Quando un fiume è in piena non si può fermare. La sua energia ha bisogno di esprimersi, le sue acque hanno bisogno di prendersi spazio. In questi giorni, settimane, queste visioni hanno assunto un significato sempre più umano. Fiumi di persone, con un movimento lento e costante, hanno invaso e bloccato le città italiane, alimentati da una reazione collettiva inaspettata ma quanto mai necessaria. A Parma per tutta la settimana scorsa, dopo le dinamiche che hanno coinvolto la Global Sumud Flottilia, si sono svolti dei presidi in Piazza Garibaldi che poi si sono trasformati in mobilitazioni spontanee e nel grande sciopero del 3 ottobre…a pochi giorni dalla ricorrenza di quel fatidico giorno di due anni fa. La sensazione è che i cittadini si stiano riscoprendo popolo, stiano riscoprendo che identificarsi in un “NOI” è immensamente più travolgente dell’individualismo dietro cui tendiamo a nasconderci per non prendere posizione, per non scomodarci nella nostra intima quotidianità. La Palestina, per la quale si sta lottando, per la quale si sta chiedendo ad alta voce la sua libertà e possibilità di autodeterminarsi, paradossalmente, sta donando a noi “occidentali” più di quanto possiamo immaginare. La sofferenza palestinese ci sta donando l’opportunità di metterci in discussione e di tornare con i piedi per terra; quasi come se toccare, o meglio vedere, la morte ci stia ricordano il valore della vita. La gente non sta protestando ma dimostrando l’umanità che non si è persa, che essere uniti è l’unico modo per creare cambiamento e urlare alle istituzioni, che stanno sfruttando questo genocidio per interessi geopolitici, “NOI VI VEDIAMO”.
Autore
Lorenzo Menozzi
Luca Fantuzzi