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Alle 18:00 di martedì 16 settembre, più do un centinaio di persone si sono radunate di fronte alla Prefettura di Via Repubblica per manifestare contro l’ultimo attacco di Israele della stessa notte, in cui sono stati trucidati altri innocenti tra il fuoco e le bombe.
I manifestanti hanno bloccato per alcuni momenti il traffico, le forze dell’ordine hanno agito con moderazione cercando di aprire spazi per fare scorrere le macchine, accogliendo la manifestazione pacificamente.
Il piccolo corteo dopo un presidio di due ore di fronte alla prefettura si è spostato poi verso Piazza Garibaldi, scortato dalle forze dell’ordine che hanno gentilmente aperto il tragitto alla protesta.
Intanto in Piazza si è svolto il compleanno del Punto, Hub Creativo dedicato ai giovani collocato nel palazzo del Comune, nessuna bandiera in sostegno del popolo massacrato, nessun cenno alla tragedia della notte passata.
All’arrivo del corteo, il concerto che si stava svolgendo è stato interrotto da alcuni manifestanti che sono saliti sul palco sventolando la bandiera della Palestina. Tra questi è emersa la voce di un giovanissimo ragazzo che ha gridato “Parma sa da che parte stare, lo sanno tutti e soprattutto i giovani!”
Una voce di un pensiero divergente, a quanto pare lo stesso pensiero che secondo l’apertura del sindaco Michele Guerra vuole ospitare e promuovere il Punto.
Mentre il presidio si esprimeva davanti alla Prefettura chiedendo di tagliare ogni legame della città con Israele, in piazza si sono alternati psicologi, realtà e artisti che hanno animato il Punto nell’ultimo anno, tra cui Tracchete APS, associazione di promozione sociale che incentiva il protagonismo giovanile attraverso l’arte, la cultura e nuovi paradigmi di aggregazione, incentivando la cittadinanza attiva e uno sguardo critico e consapevole sul mondo.
Il Legale rappresentante di Tracchete, Lorenzo Menozzi ha concluso sventolando la bandiera del popolo trucidato e dicendo: “Non vedo nessuna bandiera in questa piazza, ma a pochi passi da noi c’è un presidio, di chi si oppone all’indecenza, questa bandiera oggi diventa non solo il simbolo di un popolo che sta subendo un genocidio compiuto nella totale indifferenza della comunità internazionale, ma un monito alle persone di tutto il mondo, a non abbassare più la testa di fronte alle ingiustuzie che questo sistema economico, sociale e politico rende lecite in una quotidianità disumana di cui tutti siamo complici”
Ecco il potere del conformismo che ci vuole tutti vicini a sostenere cause che non ci appartengono, belle appariscenti, distraendoci dalla realtà. A Parma i manifestanti hanno dimostrato che in città c’è sempre chi lotta, chi non china la testa, pochi o tanti, non vacillano mai, sostenuti da forti ideali che nessuno potrà mai togliere a chi incarna lo spirito della resistenza!
Nel pomeriggio di domenica 21 settembre a Parma durante il festival Open l’ Ex primo ministro Israeliano Ehud Olmert sarà ospitato In Piazza Garibaldi.
Se esprimere dissenso è un diritto, disertare diventa un dovere, come scrisse Don Milani in quella lettere rivolta ai diseredati e agli oppressori, elogiando l’azione degli obiettori di coscienza, come virtù e trionfo della ragione e dello spirito critico, sull’omologazione e sull’ignoranza su cui oggi, i rappresentanti dei partiti di estrema destra hanno conquistato l’Europa dei diritti.
Si prospetta un fine settimana ricco di iniziative a Parma, che precedono lo sciopero nazionale di lunedì 22 per la Global Sumud Flotilla. Una sola parola resta sospesa nell’aria in questi giorni, vibrante come l’urlo di giustizia che si leva all’unisono da tutti i paesi del mondo: Sumud!
Autore
Lorenzo Menozzi Cavallotti Nicola
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