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Questo governo, fra tante incertezze, ha una certezza granitica, e ci tiene costantemente a farcela sapere: il Superbonus 110% è stata una delle più disastrose catastrofi degli ultimi anni. Naturalmente, si può essere favorevoli o contrari a tale legge, e io non sono certamente qui per ergermi a giudice supremo. Ma bisogna prima sapere che, a destra, codesta norma non è sempre stata così impopolare. Anzi, fino a neanche troppo tempo fa, coloro che oggi la maledicono ne erano i maggiori sostenitori.
Iniziamo questo gioco del “senti chi parla” con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale, solo nel settembre 2022, dichiarava: “Siamo pronti a tutelare i diritti del Superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie”; ma, evidentemente, dopo un anno aveva già cambiato idea: “Il Superbonus 110% è un disastro. Una tragedia contabile. La più grande truffa ai danni dello Stato”.
Ma, anche all’interno del partito della premier, molti hanno fatto marcia indietro nei confronti del bonus edilizio: l’ex cognato e divenuto pertanto ministro Lollobrigida, nella legge di Bilancio 2020, chiedeva di estendere il bonus facciate e nella legge di Bilancio 2021 chiedeva di prorogare il Superbonus fino al 31 dicembre 2023.
Ma anche lui ha cambiato idea “Quello che è accaduto col Superbonus è economicamente e finanziariamente irragionevole e pericoloso. Ci troviamo davanti a una situazione che dobbiamo riparare”. Giovanbattista Fazzolari, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ora è categorico: ”Superbonus? Insieme a bonus edilizi un fardello da 140 miliardi con cui dobbiamo fare i conti”.
Ma anche lui, come il cognato d’Italia, aveva presentato due emendamenti alla legge di Bilancio del 2022 per prorogare la misura del Superbonus dal 30 giugno 2022 al 31 dicembre 2024 per gli impianti fotovoltaici.
Giancarlo Giorgetti, ministro dell’economia, oggi è totalmente allergico al superbonus, o almeno è quello che dà a vedere nelle sue ultime orazioni pubbliche: “Il Superbonus mi fa venire il mal di mancia” (Giancarlo Giorgetti, Lega, ministro dell’Economia, 3.9.23). “Il Superbonus è come la morfina” (Giorgetti, 15.12.23). “Il Superbonus è come Chernobyl” (Giorgetti, 15.12.23). “Il Superbonus è un mostro abnorme” (Giorgetti, 24.4.24). “Il Superbonus ha effetti radioattivi” (Giorgetti, 27.12.23). “Il Superbonus è come il Vajont” (Giorgetti, 9.5.24). Ma dimentica un particolare: lui l’ha seguito per 37 mesi, da ministro dello Sviluppo con Draghi e dell’Economia con la Meloni. E ora annuncia “norme per monitorare” il Superbonus e i nuovi bonus edilizi creati da lui, di cui ignora l’impatto, dopo che il suo ministero ha sbagliato le stime di 60 miliardi.
Dimentica anche che il segretario del suo partito, Matteo Salvini, era uno dei più accesi sostenitori del bonus radioattivo :” L’obiettivo della Lega è rilanciare il Superbonus, che ha creato lavoro per imprese, artigiani e operai, e valore per le famiglie”.
Anche il cosiddetto Terzo Polo (ora scisso tra Calendiani e Renziani) non è immune dal virus della “Doppia Faccia”. Carlo Calenda vaticinava disastri come la Pizia di Delfi:” Il disastro del Superbonus introdotto dal Conte 2 avrà impatto per molto tempo sui nostri conti pubblici. Il modo stesso in cui è stato costruito è un esempio di tutti gli errori da evitare” (Carlo Calenda, leader Azione-Iv, Twitter, 26.5). Così come il deputato Italovivo Davide Faraone:” La spesa pubblica per il Superbonus è fuori controllo e la genesi di questo disastro è tutta in capo a Giuseppe Conte e al M5S” (Davide Faraone, deputato Iv, Foglio, 9.3). E così anche il suo collega Luigi Marattin:” Il Superbonus è stata un’agevolazione estremamente costosa per le casse pubbliche e le cose estremamente costose mettono a rischio i bilanci” (febbraio 2023).
Ma sapete chi fu il relatore della riforma del Superbonus? Lo stesso Luigi Marattin, deputato di Azione-Iv. Inoltre, il partito di Renzi all’epoca votò la riforma e il suo voto fu decisivo per l’approvazione.
Anche la stampa di centro-destra si è allineata alla damnatio memoriae della riforma: “Conte è l’artefice del più grande scandalo della nostra storia recente... roba che in confronto i magheggi pugliesi del Pd sono bazzecole e i mafiosi dei dilettanti nel drenare soldi pubblici: il superbonus... ha azzerato qualsiasi possibilità di crescita del Paese... Il superbonus di Conte ha fatto in tre anni più danni allo Stato e agli italiani di quanti tutte le mafie messe insieme ne abbiano fatti negli ultimi 20 anni” (Sallusti, Giornale, 13.4.2024).
Ma lo stesso Sallusti, poco tempo prima, suonava una musica ben diversa:” Prima manovra finanziaria targata Mario Draghi... solo un po’ meno tasse e qualche beffa. Tipo quella sul superbonus del 110 per cento per ristrutturare casa, una delle poche buone cose fatte dal governo precedente per rimettere in moto la filiera dell’edilizia che è motore dell’economia... Tagliare fuori dall’agevolazione milioni di italiani che fuori dai grandi centri urbani abitano casette modeste o vecchie dimore ereditate solo perché non sono poveri (una Isee di 25 mila euro si avvicina a tale definizione) è ingiusto e controproducente per loro e per l’economia. Anche perché, se una famiglia – diciamo padre, madre e due figli – pur lavorando vive con duemila euro mese non penso che il suo primo pensiero sia quello dell’efficientamento energetico e neppure quello della sicurezza sismica della propria casa” (Alessandro Sallusti, Libero, 29.10.2021).
Naturalmente si può essere contrari a questa riforma, ma prima bisognerebbe fare qualche considerazione preventiva: il superbonus fu varato il 19.5.2020, fu gestito solo per 8 mesi da Conte ed inizialmente era concepito come una misura temporanea per rilanciare l’edilizia, enormemente danneggiata dal Covid-19.
Siamo oggi nel settembre del 2025 e la “voragine” dei conti pubblici continua a non vedersi. In data 22 settembre 2025, l’Istat ha aggiornato i dati dei saldi di finanza pubblica del biennio passato, rivedendo al rialzo, tra le altre cose, il Pil del 2023. Quell’anno il Prodotto interno lordo nominale è stato di 11,2 miliardi superiore a quanto previsto in precedenza. In questo modo, nell’ultimo anno della “voragine” del Superbonus, il debito/Pil s’è fermato a un livello inferiore (il 133,9%) rispetto a quello del 2019 (134,1%), l’anno precedente alla pandemia e all’introduzione della misura. Parliamo dell’impatto sul deficit, quello sul debito avviene man mano che i crediti vengono portati in detrazione, fino al 2027 (la stima totale è di 140 miliardi). L’anno con l’impatto più forte era il 2024 (37 miliardi): ebbene, ieri l’Istat ha rivisto al ribasso il debit/Pil di quell’anno al 134,9%, dal 135,3% previsto a marzo scorso, quasi un punto in meno di quanto ipotizzato nel Piano strutturale di bilancio presentato dal governo nell’autunno scorso.
Insomma, la tanto attesa rovina che si sarebbe abbattuta sulle finanze non si è manifestata: questo perché la crescita economica, innescata anche da misure, certo imperfette, come il Superbonus, non si è ancora esaurita. È attraverso la crescita che l’economia fornisce allo Stato le risorse per garantire la sostenibilità del suo debito.
Dimenticare questa lezione, che adesso è condivisa anche da alcuni ex-fautori dell’austerità espansiva, porta a previsioni velocemente smentite dai dati. Il compito del governo è, semmai, quello di non fermare, anzi di alimentare, la coda di crescita che si trascina dalla pandemia. In un contesto internazionale così complesso, non è poca cosa.
Inoltre, è assolutamente legittimo anche cambiare idea riguardo una norma di legge, ma, prima, bisognerebbe avere l’onesta e l’umiltà di riconoscere il precedente errore. Cosa che questi politici e giornalisti non hanno mai pensato di fare. Per citare Ennio Flaiano:”La situazione politica in Italia è sempre grave, ma mai seria”.
Autore
Riccardo Maradini
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