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La Mattina dì Mercoledì 27 agosto da Parma si diffonde una chiamata lampo per la raccolta di beni alimentari da consegnare a Genova entro venerdì; in meno di due ore arrivano numerose chiamate da privati e associazioni di Parma, Fidenza, Medesano, Pilastro di Langhirano, Brescia, Bologna, Val Ceno, Val Taro e altri luoghi della regione. Alle 14:00 si contano già mezza tonnellata di provviste. Da Genova arrivano comunicazioni costanti, i donatori continuano a giungere al porto, il traffico aumenta, un’allerta meteo incombe sul tragitto, bisogna inscatolare, caricare e partire il prima possibile. Alcuni volontari mettono a disposizione 4 mezzi, si noleggia un furgone e si parte. A Genova vengono consegnate da Parma 3 tonnellate di cibo e il denaro necessario per imbarcarle e scaricarle.
Arrivo a Genova alle 12.30 di sabato 30 agosto, La sede di Music For Peace è in gran fermento, l’organizzazione per lo smistamento e l’imballaggio dei beni per Gaza procede a gonfie vele, per tutto il giorno continuano ad arrivare volontari da tante regioni d’ Italia.
La manifestazione parte alle 21.00, un fiume di 50000 persone invade le strade e cammina pacificamente verso il porto, per accompagnare le navi della Global Sumud Flotilla che salperanno l’indomani.
Dal palco si alzano le voci di associazioni, attivisti e istituzioni. La sindaca Silvia Salis esprime il totale appoggio dell’amministrazione comunale di Genova. Una voce che stona nel panorama politico italiano, dove l’inasprimento delle leggi sulli’immigrazione hanno portato alla criminalizzazione dei migranti, dove vige una censura che non si vedeva da tempo e un clima filo-Trupiano e fascista che ha portato recentemente alla sgombero del Leoncavallo.
“Questo ci deve restituire l’importanza dell’unione e del riappropriarci del senso del noi”, dice Stefano Rebora, fondatore di Music For Peace. “Dobbiamo partecipare alle manifestazioni, alle lotte e alle azioni di ribellione verso un sistema che sta distruggendo il mondo! El pueblo unido jamás serà vencido è una verità che dobbiamo imparare a concretizzare, non dobbiamo dimenticare che la resistenza va praticata quotidianamente e la democrazia è sistema che degenera verso nuove forme di oligarchia, nel momento in cui si smette di lottare per la libertà”.
Per questo sabato 6 settembre è importante andare a Porta Venezia a Milano per riappropriarci di spazi pubblici, per ripristinare un noi distrutto dal capitalismo e dal consumismo. Allo stesso modo sarà fondamentale recarsi a La Spezia il 27 settembre e nei giorni successivi, per manifestare contro SeaFuture, fiera delle grandi imprese dell’industria bellica che vendono armi a Israele.
Il CALP con il sostegno del USB lancia un avvertimento che dovrebbe allertare il governo e la comunità internazionale, di fronte alle recenti dichiarazioni del ministro israeliano Itamar Ben-Gvir. “Se le navi non riusciranno a consegnare i beni alimentari bloccheremo tutta Europa! Dal porto di Genova non uscirà più un chiodo! Non dobbiamo perdere l’attenzione sulla Global Sumud Flotilla e nel momento in cui le barche raggiungeranno le coste di Gaza bisognerà scendere per le strade, attivarsi, mobilitarsi e manifestare!”
Da Genova sorgono parole di rabbia e di ribellione che riecheggiano da costa a costa e si propagano per il globo terracqueo dicendo che non possiamo più stare in silenzio, non solo per Gaza ma rispetto a tutte le ingiustizie, le guerre e i conflitti del mondo, come in Sudan, in Indonesia, in Ucraina, in Kurdistan in Myanmar e in tutti quei paesi in cui gli interessi economici e politici annientano il valore della vita.
Mi allontano dal molo e inoltrandomi tra i carrugi mi sembra di sentire un mònito lontano cantato nei giorni di rivolta, che ora scuote i muri e squarcia le finestre, entrando nel cuore di tutti, spronandoci ad alzarci e a schierarci dalla parte giusta della storia “Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti!”
Autore
@lorenzo menozzi