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Quasi in concomitanza della tregua sancita tra Israele ed Hezbollah il 27 novembre, in Siria si è verificato uno dei più grandi disordini dal 2011. Il gruppo ribelle Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), insieme ad altre bande filo-jihadiste, ha irrotto dal nord della Siria fino al cuore di Aleppo, sbaragliando senza troppe difficoltà l'esercito siriano regolare. Non che gli eserciti arabi si siano mai dimostrati abbastanza efficaci contro gli insorti di qualunque fazione essi fossero, sin dai primi disordini causati ai tempi dell'ISIS. Ma non solo: anche le forze regolari russe e iraniane hanno abbandonato i loro avamposti. La situazione in questi ultimi giorni si sta sviluppando con bombardamenti russi, su richiesta di Assad, nel cuore di Aleppo, coinvolgendo spesso e volentieri civili, come testimoniano alcuni video su canali Telegram.
Il perché del successo dell’insurrezione
- Sappiamo che queste milizie operano/commettono crimini sotto il beneplacito dello stato turco da anni per diversi motivi:
- Addestrandoli in maniera clandestina, fanno da cuscinetto e da cani da guardia in ogni momento per ogni eventuale scaramuccia col PKK o altra coalizione curda che sia.
- Ad Erdogan torna sempre utile tenere sotto scacco la Siria perché può utilizzare i 3,2 milioni di siriani al suo interno come ricatto per Assad e per negoziare aiuti economici con l'Unione Europea.
- Un altro motivo del successo si deve all'addestramento da parte dei servizi segreti ucraini, come ammesso dal Kyiv Post, in cui viene affermato che gruppi islamisti con sede a Idlib, con alcuni membri immischiati col Partito Islamista del Turkestan (TIP), siano stati addestrati dal gruppo ucraino Khimik, un’ala delle forze speciali legate alla Direzione principale dell'intelligence ucraina. Secondo quanto affermato, sarebbero stati preparati a tecniche moderne, dovute alla freschezza dell'esercito ucraino impegnato nella guerra sul proprio suolo. Occorre dire però che quanto affermato dal Kyiv Post non è ancora del tutto verificato da parte di think tank indipendenti. L'unica cosa che mi sento di dire è che, se fosse tutto vero, ciò non mi stupirebbe, anche perché abbiamo già visto reparti speciali ucraini addestrare gruppi ribelli in modo da ledere la Wagner in Sudan e in Mali.
Ascesa cronologica di Al-Jolani
Ora spenderei qualche parola sull'ascesa del nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa, ai più noto con il soprannome da battaglia Al-Jolani. Questo personaggio, nonostante sia ormai de facto presidente del governo transizionale della Siria, lascia irrimediabilmente un senso di inquietudine per quanto riguarda il suo passato:
- 2003: Entra a far parte ufficialmente di Al-Qaeda, il noto movimento ai tempi sotto la guida di Osama Bin Laden.
- Luglio 2005: Mentre Al-Jolani coordina operazioni terroristiche dall'Iraq, hanno luogo in Europa i tristemente celebri attentati di Londra.
- 2012: Dopo 6 anni passati nelle carceri americane in Iraq, chiede ad Al-Qaeda rinforzi per fomentare il fronte siriano, portando così alla creazione del corrispettivo siriano di Al-Qaeda, ovvero Al-Nusra, un movimento atto all'espansione della jihad in Siria. Dal 2012 al 2015, tramite tattiche terroristiche/stragiste contro basi ONU, turche, americane e minoranze etniche, riesce a imporsi ulteriormente nella questione siriana.
- 2016: Rottura con Al-Qaeda, adottando il nome di Jabhat Fateh al-Sham, puntando a diventare un gruppo sovversivo locale. Un metodo partorito da una forma mentis simile a quella dell'ISIS, ovvero rendere il terrorismo qualcosa di locale anziché eventualmente esportabile, abbandonando la logica dell'attentato all'estero. Anche se devo ammettere che l'ISIS, nonostante abbia sempre manifestato l'intenzione di insediarsi in Siria e in Iraq come fa intuire l'acronimo stesso, abbia comunque suggerito a lupi solitari rappresaglie contro città europee, spesso durante eventi sportivi o ricorrenze varie. Da qui il movimento si ramifica in vari sottogruppi, da cui uno di questi, il più noto, ovvero Hay’at Tahrir al-Sham, si insedia in alcuni territori siriani mantenendo la natura jihadista, nonostante la scissione da Al-Qaeda.
Negli anni successivi, come già detto, dopo aver scisso l'HTS da Al-Qaeda per provare a darsi, per quanto possibile, una parvenza di bianco rispetto a quest'ultima, spinge per una consolidazione locale, principalmente nella zona di Idlib, con l'intento di distinguersi da altri movimenti jihadisti.
Conclusioni
In conclusione, ci troviamo ad avere a che fare con un personaggio enigmatico ad oggi, un uomo simpatizzante per una delle ideologie più violente che l'umanità abbia mai partorito, per poi, come per magia, nel dicembre 2024, dopo essere salito al potere, ammette di voler portare la pace in Siria. Un "ex" estremista islamico che, durante il periodo natalizio, dichiara pubblicamente che i cristiani in Siria non sono solo una minoranza, ma parte integrante del popolo siriano e della sua storia. Un jihadista che vuole avere buoni rapporti con Israele. Sembra una fiera delle contraddizioni. Ha dimostrato avversità a livello formale nei confronti di Hezbollah e l'Iran. Sembra che, per vie traverse, faccia davvero comodo alla visione politica occidentale, se non nella totalità, almeno in minima parte, perché facendo un piccolo esempio, ha già avuto incontri diplomatici con politici europei, nel nostro caso con Tajani. Controllando la Siria, potrebbe fermare, anche se non totalmente, gli approvvigionamenti diretti a Hamas ed Hezbollah da parte dell'Iran. Per dirla alla Roosevelt: «He may be a son of a bitch, but he's our son of a bitch».
FONTI
The Guardian Ukraine military intelligence claims role in deadly Wagner ambush in Mali
https://it.insideover.com/guerra/caos-in-siria-i-ribelli-tornano-nella-periferia-di-aleppo.html
https://www.aljazeera.com/news/2024/11/26/biden-announces-israel-hezbollah-ceasefire-agreement
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-01/faltas-al-jolani-cristiani-popolo-siria.html
https://jcpa.org/abu-muhammad-al-jolanis-attitude-toward-israel/
Autore
Omar Dassouquine