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Il programma nucleare dell'Iran, una storia di potere, pressioni e politica
il programma nucleare iraniano è stato uno dei più sorvegliati ed incompresi della geopolitica moderna, riguarda l'energia? Riguarda l'orgoglio Nazionale? Oppure qualcosa di più pericoloso? la verità non è esplicita, è contornata da decadi di trattati e mancanze di fiducia. Provo a spiegarla:
l'inizio, il sogno nucleare dello Sha
Tutto è cominciato pacificamente negli anni '50. Inizia la storia nucleare iraniana con l'aiuto degli Stati Uniti sotto il presidente Eisenhower parte l'iniziativa "Atoms For Peace", grazie a quest'ultima, l'Iran riceve il suo primo reattore per la ricerca nel 1967 alimentato da uranio arricchito fornito da Washington. Era un'era differente il paese era comandato dallo shah e l’occidente era propenso ad aiutarlo sui piani di modernizzazione. Dagli anni Settanta in Iran iniziano ad esserci grandi ambizioni sul programma ma dopo poco tempo inizia la rivoluzione. Nel 1979 Tutto cambia, la rivoluzione islamica detronizza la scia e di conseguenza molte cooperazioni sul nucleare si fermano, la Nuova Repubblica islamica si dimostra ostile nei confronti dell'Occidente e di conseguenza il programma nucleare viene temporaneamente sospeso ma durante la guerra Brutale Iran-Iraq degli anni 80 il paese ricomincia il programma di nascosto e il mondo per il momento ne resta all'oscuro. Nel 2002 i segreti escono alla luce grazie ad un gruppo di oppsizione iraniano: fu una rivelazione pazzesca il mondo venne a sapere che l'Iran di nascosto si stava costruendo due impianti nucleari, uno a Natanz (vi ricorda qualcosa?) ed un altro ad Arak, ciò mise il mondo in allarme la International Atomic Energy Agency venne tirata in mezzo nonostante gli iraniani ammisero che il programma fosse pacifico. Iniziano le sanzioni dal 2003 al 2006 l'Iran ha subito ondate di negoziazioni e sanzioni, a quei tempi si giunse alla conclusione di sospendere l'arricchimento ma il presidente Mahmud Ahmadinejad affermò pubblicamente che il diritto all'arricchimento dell'uranio fosse imprescindibile e non fu negoziabile, di conseguenza le nazioni unite imposero sanzioni e, nel frattempo, iniziò una guerra ombra: sabotaggi, cyber attacchi e misteriose esplosioni di siti di lancio iraniani.
Nuovi accordi
Nel luglio del 2015, dopo anni di tensioni l'Iran e le sei potenze mondiali ovvero Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Russia e Cina firmarono lo storico accordo JCPOA ovvero l'accordo sul nucleare iraniano. Ma, nonostante ciò, nel 2018 durante l'amministrazione Trump gli Stati Uniti si ritirarono unilateralmente dall'accordo definendolo inadatto e ripresero di conseguenza le sanzioni. l'Iran in risposta piano piano iniziò a violare i termini, detto in parole povere aumentò i livelli di arricchimento, introdusse apparecchi più avanzati e limitò l'accesso dell'ispettorato estero arrivando così Nel 2020 ad uscire formalmente da quasi tutti gli obblighi previsti dall'accordo in questione.
Consideriamo la fatwa
Il capo supremo della Repubblica islamica ali-Khamenei nel 2003 ha emesso una fatwa ovvero una sentenza religiosa contro le armi nucleari che viene spesso citata dal paese come prova dell'intenzione pacifica ma nel 2025 alcuni consiglieri vicino al leader hanno suggerito che sotto pressione quella posizione potrebbe variare ed in seguito il Parlamento approva una legge che limita ulteriormente la trasparenza del programma e chiude le porte all'AIEA.
Collaborazione con la Russia
I rapporti strategici tra l'Iran e la Russia sono cresciuti significativamente negli ultimi vent'anni in funzione anti-USA in Medio Oriente. Quest'ultima è stata un fattore chiave: ha fornito know-how tecnologico tramite il prestito di tecnici all'impianto di Bushehr, sempre attenta a non farsi coinvolgere in attività in contrasto con la non proliferazione.
"Midnght Hammer"
Il 22 Giugno 2025 sette B-2 Spirit decollano dalla base aerea di Whiteman, ognuno di essi trasporta con sé due GBU-57A/B "MOP" (Massive Ordinance penetrator) ovvero una bomba anti-bunker che può penetrare oltre 60 metri di cemento ed esplodere una volta arrivata al bersaglio. I loro bersagli sono tre punti strategici:
Fordow - complesso sotterraneo dedito all'arricchimento dell'uranio che si trova ad ottanta metri di profondità
Natanz - complesso d'arricchimento principale iraniano
Isfahan - elemento anch'esso fondamentale alla catena d'approvvigionamento
Nell'operazione presenziano anche aerocisterne, diversi caccia e un sottomarino che lancia svariati missili Tomahawk (probabilmente 24) su Isfahan. Sei bombardieri colpiscono Fordow mentre uno solo Natanz. I B-2 sono decollati dal Missouri per arrivare direttamente in Iran completamente indisturbati, non senza l'aiuto di rifornimenti in volo multipli. Gli USA affermano di aver assestato danni importanti e di aver distrutto completamente Fordow e Natanz, l'Iran ammette il danno ma sostiene che i materiali sensibili erano già stati rimossi.
Conclusioni
L'operazione dimostra la continua e palese capacità degli USA di coordinare missioni stealth, utilizzare bunker buster, colpire obiettivi in profondità senza essere intercettati, un'operazione davvero chirurgica ma non bisogna cantare vittoria troppo presto, ecco perché:
- È certo che i danni siano gravi ma probabilmente il programma nucleare è stato rallentato di mesi e non di anni e forse l'entourage iraniano si aspettava l'attacco.
- L'Iran potrebbe intervenire in maniera muscolare nello stretto di Hormuz.
L'Iran è stato colpito ma non affondato, la tensione si taglia con un coltello e l'America ha dimostrato la sua eccellenza bellica ma tutto ciò lascerà il segno o alzerà solo la posta in gioco?
Autore
Omar Dassouquine