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Negli ultimi anni, la Turchia ha intrapreso una politica estera espansionistca nel Mediterraneo, con l'obiettivodi ampliare la propria influenza attraverso strategie militarie burocratiche. Al centro di questa iniziativa vi è la dottrina della "Patria Blu" (Mavi Vatan), che definisce le ambizioni marittime turche. La Dottrina della "Patria Blu" Ideologizzata dall'ammiraglio Cem Gürdeniz nel 2006, la "Patria Blu" rappresenta la visione della Turchia per affermare la propria sovranità sulle acque circostanti, inclusi il Mar Nero,l'Egeo e il Mediterraneo orientale. Questa dottrina mira a proteggere gli interessi marittimi turchi, in particolare riguardo l'approvvigionamento energetico e le rotte commerciali strategiche. E la marina? La Turchia ha investito significativamente nella modernizzazione della sua marina militare. Grazie a progetti come il MILGEM hanno portato allo sviluppo di navi da guerra avanzate, tra cui corvette e fregate, rafforzando la capacità operativa nel Mediterraneo orientale. Inoltre, ha ampliato la sua presenza navale attraverso esercitazioni e pattugliamenti. Accordi Marittimi Controversi Nel novembre 2019, la Turchia ha firmato un memorandum d'intesa con il Governo di Accordo Nazionale libico, guidato da Fayez al-Serraj, per la delimitazione delle zone economiche esclusive nel Mediterraneo orientale. Questo accordo ha suscitato reazioni negative da parte di Grecia, Egitto e Cipro, che lo considerano una violazione del diritto internazionale e delle loro rivendicazioni marittime. Implicazioni Geopolitiche La strategia turca nel Mediterraneo ha aumentato le tensioni con diversi paesi della regione e con l'Unione Europea. Le rivendicazioni marittime aggressive e le attività di esplorazione energetica nelle acque contese hanno portato a una crescente militarizzazione del Mediterraneo orientale, sollevando preoccupazioni sulla stabilità regionale. In sintesi, la Turchia sta perseguendo una politica di espansione nel Mediterraneo attraverso la dottrina della "Patria Blu", la modernizzazione della sua marina e la stipulazione di accordi marittimi aggressivi. Queste mosse hanno significative implicazioni geopolitiche, contribuendo a ridefinire gli equilibri di potere nella regione. Il rapporto coi curdi Il rapporto tra i curdi e lo Stato turco è tremendamente travagliato, caratterizzata da periodi di collaborazione, tensioni e conflitti. I curdi, un popolo indoeuropeo originario delle regioni montuose del Medio Oriente, si trovano principalmente tra Turchia, Iraq, Iran e Siria. In Turchia, rappresentano una significativa minoranza etnica, concentrata soprattutto nel sud-est del Paese (Bakur). Dall'impero ottomano a Kemal Atatürk Durante l'impero ottomano, godevano di una certa autonomia, spesso amministrando le proprie terre attraverso capi tribali. Con la caduta dell'Impero Ottomano e la nascita della Repubblica Turca nel 1923, la situazione prese una brutta piega. Il nuovo governo, guidato da Mustafa Kemal Atatürk, perseguì una politica etno-nazionalista, mirando a creare uno Stato-nazione turco. Ciò implicò la soppressione delle identità etniche e culturali diverse da quella turca, inclusa quella curda. Ribellioni Tra il 1920 e il 1930, diverse insurrezioni curde scoppiarono in risposta alle politiche repressive del governo turco. Tra le più significative vi furono la rivolta dello Sceicco Said nel 1925 e la ribellione di Dersim nel 1937-1938. Queste insurrezioni furono represse con forza dalle autorità statali, causando migliaia di vittime e deportazioni di massa. La repressione culminò nella proibizione della lingua curda e nella negazione dell'esistenza stessa di un'identità curda in quanto tale. La nascita del PKK Nel 1978, Abdullah Öcalan fondò il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), inizialmente con un'ideologia marxista-leninista e l'obiettivo di creare uno Stato curdo emancipato. A partire dal 1984, il PKK avviò la lotta armata contro lo Stato turco (tra l'altro cessata recentemente per richiesta dello stesso Öcalan) , dando inizio a un conflitto armato che avrebbe causato decine di migliaia di morti nei decenni successivi. Il governo turco rispose con operazioni militari su larga scala, imponendo lo stato di emergenza nelle province a maggioranza curda e attuando misure repressive contro la popolazione civile. Tentativi di pace e sviluppi recenti Negli anni 2000, ci sono stati vari tentativi di negoziato tra il governo turco e il PKK. Nel 2013, il cessate il fuoco durò solo 2 anni, ma le ostilità ripresero nel 2015. Più recentemente, nel marzo 2025, il PKK ha dichiarato un cessate il fuoco immediato in risposta all'appello di Öcalan, suggerendo la possibilità di un congresso per discutere lo scioglimento dell'organizzazione. Tuttavia, la realizzazione di questi propositi dipende dalla partecipazione diretta di Öcalan, attualmente incarcerato sull'isola di Imrali nel Mar di Marmara, al processo di pace. La Questione Curda Oggi La questione curda rimane molto attuale nella politica turca contemporanea. Nonostante timidi progressi, come l'allentamento delle restrizioni sulla lingua e sulla cultura curda, le tensioni restano. Le operazioni militari turche contro posizioni curde in Siria e Iraq, giustificate dalla lotta al terrorismo, continuano a suscitare critiche internazionali e ad alimentare il risentimento tra i curdi. La ricerca di una soluzione pacifica e duratura alla questione curda rappresenta una delle sfide più complesse per la Turchia e per l'intera regione mediorientale. Implicazioni nel terrorismo Negli ultimi anni, la Turchia è stata oggetto di attenzione internazionale per presunti legami con milizie jihadiste attive in Siria e Libia. Queste accuse riguardano principalmente il sostegno logistico, finanziario e operativo fornito a gruppi estremisti in queste regioni. Siria In Siria, la Turchia ha sostenuto vari gruppi dell'opposizione armata, tra cui fazioni islamiste nazionaliste. Secondo il Clingendael Institute, tra il 2013 e il 2016, Ankara ha fornito assistenza finanziaria diretta e indiretta a questi gruppi, spesso attraverso reti di supporto salafite in Kuwait e intermediari in Turchia. Questo sostegno ha permesso alla Turchia di aumentare la propria influenza nella provincia di Idlib, collaborando con il Fronte di Liberazione Nazionale (NLF) per contrastare le forze curde e il regime siriano. Tuttavia, la relazione della Turchia con gruppi jihadisti come Hayat Tahrir al-Sham (HTS) è complessa. Libia In Libia, la Turchia è stata accusata di trasferire combattenti estremisti dalla Siria per sostenere il Governo di Unità Nazionale a Tripoli. Secondo un rapporto dell'Associated Press, militanti siriani affiliati a gruppi come al-Qaida e lo Stato Islamico sono stati inviati dalla Turchia in Libia per combattere a fianco del GNA. Questi combattenti sarebbero stati reclutati con la promessa di pagamenti mensili e, in alcuni casi, della cittadinanza turca. Inoltre, la Turchia ha mantenuto rapporti con individui sanzionati dalle Nazioni Unite e gruppi radicali in Libia, tra cui il Fronte al-Somood e le Brigate di Difesa di Bengasi (BDB). Secondo il Nordic Monitor, Ankara ha fornito supporto logistico e finanziario a questi gruppi, violando potenzialmente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Le attività della Turchia in Siria e Libia evidenziano una strategia complessa e talvolta controversa di supporto a vari gruppi armati, inclusi alcuni con legami jihadisti. Queste azioni sollevano interrogativi sulla politica estera di Ankara e sul suo ruolo nelle dinamiche di conflitto in Medio Oriente e Nord Africa. Accordi tra Leonardo e Baykar E' stato firmato a Marzo il MoU (Memorandum of Understanding) tra Baykar e Leonardo. Si tratta di una joint-venture con sede in Italia tra le due azionde con lo scopo di ottenere progressi nel campo dei velivoli senza pilota, Baykar (famosa per la produzione dei Bayraktar diventati celebri nel conflitto russo-ucraino) fornirà le sue piattaforme mentre Leonardo metterà a disposizione il suo know-how sui sitemi di missione e payload. L'idea generale è di portare l'esperienza sul campo turca per quanto riguarda gli uav in Europa. Fonti e approfondimenti
https://www.geopolitica.info/la-turchia-e-la-dottrina-della-patria-blu-quale-utile-strumento-per-spiegare-le-sue-politiche-assertive-nellarea-mediterranea-con-la-riscoperta-del-potere-del-mare/https://www.geopolitica.info/dalla-profondita-strategica-alla-patria-blu-levoluzione-del-pensiero-strategico-turco-parte-2/https://www.limesonline.com/rivista/vi-spiego-cos-e-la-patria-blu--14647003/https://www.cespi.it/it/ricerche/la-turchia-nel-mediterraneohttps://www.cfr.org/global-conflict-tracker/conflict/conflict-between-turkey-and-armed-kurdish-groupshttps://www.britannica.com/place/Turkey/The-Kurdish-conflicthttps://www.dw.com/en/turkey-the-kurds-and-the-pkk/a-70604433https://nordicmonitor.com/2025/04/turkey-top-violator-of-un-sanctions-in-libya-to-mask-military-role-as-law-enforcement-aid/https://nordicmonitor.com/2025/03/turkish-intelligence-set-up-secret-cells-of-foreign-fighters-in-syria-to-use-as-proxies-abroad/https://stockholmcf.org/un-experts-request-investigation-into-human-rights-violations-committed-by-turkish-backed-mercenaries-in-libya/https://www.analisidifesa.it/2025/03/leonardo-e-la-turca-baykar-firmano-un-accordo-per-lo-sviluppo-di-tecnologie-unmanned/https://www.leonardo.com/it/press-release-detail/-/detail/06-03-2025-leonardo-and-baykar-sign-a-partnership-for-unmanned-technologies
Autore
Omar Dassouquine