2
Pochi giorni fa, il 21 luglio 2025, a Perugia è morta, tra il calore e la serenità dei suoi affetti e della sua casa, la giornalista e attivista dell'Associazione Luca Coscioni Laura Santi, 50 anni, affetta da sclerosi multipla da oltre 25. Ha liberamente scelto il suicidio assistito, attraverso l’autosomministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio Sanitario Nazionale, con al suo fianco fino alla fine il marito Stefano.
Un diritto conquistato con fatica
La libera scelta di Laura non sarebbe stata possibile senza la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale sul caso Cappato-Dj-Fabo che ha depenalizzato il suicidio assistito, colmando parzialmente il vuoto lasciato dal Parlamento che da decenni non riesce ad approvare una legge sul fine vita.
La battaglia personale di Laura è durata quasi tre anni. La richiesta fu inoltrata per la prima volta nel 2022. Ha ovviamente subìto ritardi, omissioni e ostacoli di ogni tipo da parte del Comitato etico e della ASL, costringendo Laura a denunciare e ricorrere a vie legali per vedere tutelato il suo diritto sancito dalla sentenza della Corte.
Soltanto 2 anni dopo, nel novembre 2024, la sua richiesta è stata formalmente accettata. Ma come in un costante scherzo di cattivo gusto, l'accettazione della domanda non era accompagnata dall'approvazione del protocollo operativo (farmaci, modalità, tempistiche) necessario per poter procedere. Come se fosse accettabile che la dignità e libertà di una persona il cui tempo è agli sgoccioli, possa essere tenuta sotto scacco dalla più infima burocrazia.
La dolorosa attesa si è finalmente conclusa pochi giorni fa.
Una piccola libertà a rischio
Nonostante la sentenza della Corte Costituzionale non sia sufficiente da sola a garantire un completo, stabile e garantito accesso ai diritti sul fine vita, ha aperto la possibilità per persone come Laura di "portare a compimento la propria vita", per usare parole sue.
In Parlamento però in questo momento ci sono in campo due proposte di legge: la proposta di iniziativa popolare dell'Associazione Luca Coscioni su cui sono state raccolte le firme dei cittadini e quella presentata dai partiti della maggioranza di destra.
Ci sono quindi ora 3 possibilità. La prima (e purtroppo meno probabile) è che venga approvata la proposta della Coscioni, garantendo finalmente all'Italia una vera e piena libertà di scelta riconosciuta da una solida legge, basata sui principi e requisiti stabiliti dalla Corte Costituzionale La seconda è che venga approvata la proposta della maggioranza che smonta la sentenza attraverso l'inserimento di procedure, limitazioni etico/morali e requisiti che di fatto chiuderebbero la piccola porta che era stata aperta con tanta fatica. La terza (possibile, visti i forti dubbi che la proposta della maggioranza ha sollevato anche tra le correnti più liberali della destra) è che alla fine nessuna delle due proposte sia alla fine approvata. Quella che garantisce mai discussa, quella che distrugge accantonata. Insomma, L'Italia che fa l'Italia.
Ma intanto Laura ha potuto scegliere di essere libera. E questa è una piccola vittoria.
Autore
Luca Amadasi