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Jeddah è una pista unica per conformazione. È un circuito cittadino ma totalmente atipico nella sua costruzione. Le velocità di punta toccano livelli impensabili, e le micro frazioni di spazio che dividono le scocche delle monoposto dai muri sono quasi incalcolabili.
È un circuito che rappresenta lo spirito delle corse. Curve che si fanno in ottava marcia, ceche di percorrenza, sezioni di pista curvilinee con le barriere che sussurrano alle menti di quei folli piloti, perché folle devi essere per guidare a Jeddah, e farlo a 340 km/h sfidando il destino e fidandoti ciecamente della tua vettura.
Prendere per mano il vento e allacciarsi con la morte in una danza che dura 50 giri di gara più tutte le altre sessioni del weekend. Insomma non un circuito normale, dove puoi concederti di sbagliare una frenata, un ingresso in una curva, una distrazione. Perché ad attenderti ci sono i muri.
Lo ha imparato a sue spese Lando Norris che le barriere le ha abbracciate in qualifica, compromettendo in parte il suo weekend, costretto a partire dalla decima casella, e mettendo a rischio la leadership del mondiale, lasciandola alla mercé del suo compagno di squadra, Oscar Piastri, che invece parte secondo, affiancando il solito Max Verstappen che con un giro senza senso ha conquistato la Pole con un vantaggio di soli 10 millesimi (meno di un battito di ciglia).
Allo spegnimento dei semafori però, Piastri, che è duro a morire, si affianca subito all’olandese approcciando curva 1. Butta dentro il muso e … Max, provando a tenere giù il piede, è “costretto” ad allargare la traiettoria, tagliando di netto la variante e mantenendo la posizione. Ma questa manovra gli costerà 5 secondi di penalità.
Piastri insegue per i primi 18 giri fino a quando, al momento della sosta, proprio per la penalità del rivale olandese, esce in prima posizione senza dare più la possibilità a nessuno di attaccarlo. Incontrastato vince la gara e diventa per la prima volta nella sua carriera Leader del Mondiale di Formula 1.
Ph. Mclaren Formula 1 Team ©️
Leclerc, finalmente trascinatore di una Ferrari “positiva”, con una gara maestosa per gestione del passo, delle gomme, della strategia, riesce a strappare un insperato podio. Da Dieci la sua gara, giusta, calma, perfetta. Un pilota che sembra aver trovato feeling con una monoposto imperfetta e che quest’anno, oltre ad aver capito la direzione, sembra aver fatto lo step che da un po’ ci si aspettava. Ora non resta che a Maranello gli mettano a disposizione una macchina come si deve, iniziando a lavorare in modo concreto, senza accrescere le speranze per poi fare disastri weekend dopo weekend.
Ph. Scuderia Ferrari Press Office ©️
Norris invece, protagonista di una gara solida, non è riuscito a salire nuovamente sul podio, quest’anno nei primi quattro appuntamenti, invece, ci era sempre salito. Nonostante ciò e nonostante l’errore (evitabile) in qualifica, ha dimostrato di essere un pilota affidabile, riuscendo a chiudere in quarta posizione e a farlo senza commettere errori, alzando e abbassando il ritmo quando era più giusto farlo e soprattutto spingendo come un dannato per provare a prendersi comunque il podio. Sicuramente deve lavorare ancora per trovare un feeling migliore con la sua monoposto, e provare a rispondere al compagno di squadra, che è in un momento di estrema forma e condizione.
Ph. Mclaren Formula 1 Team ©️
La Massima categoria è entrata nel vivo, e non ci resta che aspettare il prossimo appuntamento, con uno dei Gran Premi più vivaci della stagione, quello di Miami.
Next stop … Florida!
Autore
Giuseppe Serra