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In terra Italiana, nella valle dei motori e nel cuore pulsante di una regione che ha conosciuto tra le più grandi case motoristiche della storia, è andata in scena una gara diversa da quelli che erano i pronostici.
Max Verstappen si è presentato da assoluto dominatore, capace di ottimizzare al meglio il risultato in qualifica al sabato, e domenica, dopo essersi completamente sbarazzato di Oscar Piastri (poleman) in curva 1 con un sorpasso all’esterno impetuoso, chiude la gara dopo poche tornate, inattaccabile e inattaccato.
Ph. Oracle Red Bull Racing ©️
A dimostrazione delle capacità da assoluto fuoriclasse del quattro volte campione del mondo c’è un nuovo record, ovvero quello di essere l’unico pilota della storia ad aver vinto 4 volte di fila in terra emiliana, a Imola. Insomma non una cosa da poco considerando che Mclaren aveva vinto l’ultima gara con un distacco agghiacciante rispetto alla concorrenza, e Max invece aveva chiuso addirittura fuori dal podio.
Ph. Oracle Red Bull Racing ©️
In un circuito che sorrideva alle caratteristiche tecniche del team Papaya, l’olandese a cavallo della sua Red Bull sembrava avere davvero le ali. Un dato da considerare e che credo si distacchi dalla narrazione che si sta facendo intorno a questo ragazzo, sì eccezionale, ma comunque necessariamente assistito dalla monoposto, si concentra soprattutto sulle qualità tecniche del team con sede a Milton Keynes. Non credo che questa inferiorità di Red Bull tanto decantata dai mass media, sia effettivamente così grande rispetto ai reali risultati di Max Verstappen che viene fatto passare come “l’uomo contro le macchine”. Ricordiamo per necessità di causa che il prodigio olandese milita nello stesso team da 2016: arrivato come una scommessa di Helmut Marko ha sempre lavorato in un clima di piena fiducia nei suoi confronti e la sua posizione nel team non è mai stata messa in dubbio nonostante gli scarsi risultati e i numerosi incidenti nei primi anni nella massima categoria. E alla fine Marko ha avuto ragione, creando il prodigio che si sta giocando il quinto campionato mondiale.
Ph. Oracle Red Bull Racing ©️
Ma tutto ciò è indicativo per capire quanto il team si affidi a lui, soprattutto in questo momento di massima maturità sportiva e agonistica. Max ha uno stile di guida unico, vuole un anteriore molto nitido e sensibile, per consentirgli di trovare il limite, e non ha mai dovuto adattare il suo stile di guida alla sua monoposto, è sempre stato il contrario, con la vettura costruita sulle esigenze del pilota. È dunque possibilissimo comprendere come sia molto più “facile” per un pilota lavorare con una macchina che risponde ai comandi che imprime nel modo in cui vuole, e ciò testimonia anche le grandi difficoltà dei secondi piloti di Red Bull che negli ultimi anni hanno subito pesanti sconfitte, spesso e volentieri faticando ad arrivare in zona podio, quando Max invece dominava le gare.
Quindi voglio discostarmi dalla narrazione che glorifica, forse fin troppo secondo la mia opinione, Max Verstappen, che attenzione, rimane e resta un fuoriclasse per quello che riesce a fare in pista, ma forse bisognerebbe iniziare a parlare anche della sua monoposto, che se fosse realmente “quarta forza”, come dice qualcuno, non porterebbe il suo pilota a fare quello che sta facendo e a tenere vivo un mondiale che sembrava già indirizzato verso Woking.
Quindi diciamolo e ricordiamolo: Red Bull ti mette le ali, Max.
Autore
Giuseppe Serra