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Mclaren vince, solito copione di un’altra gara dominata dal team papaya.
Ma questa volta sotto i riflettori c’è Max Verstappen, non per il risultato ma per il suo comportamento in pista, a mio avviso inaccettabile.
Dopo una gara concreta e all’attacco, provando a chiudere il gap con le due Mclaren, Max si è ritrovato coinvolto in un episodio sgradevole per il mondo dell’automobilismo.
Perché in uno sport dove l’imprevisto è dietro l’angolo, reagire senza perdere la testa dovrebbe essere alla base. Capisco l’adrenalina, capisco che non sia sempre facile gestire una gara intera, con quel caldo, con una macchina anche difficile alle volte da tenere in careggiata, ma deliberatamente provare a buttare fuori un altro pilota non può essere fatto passare in sordina.
E forse troppe volte nel corso di questi anni per le azioni in pista di Max è sempre stato chiuso un occhio.
Ph. Oracle Red Bull Racing ©️
E io sono il primo “promotore” dei duelli in pista, di quelli al limite, con gomme bloccate, corpo a corpo e screzi leggeri. Ma Max va sempre oltre al limite consentito, spesso e volentieri creando un pericolo per gli altri piloti. E sinceramente alla lunga questo atteggiamento può diventare nocivo per lo spettacolo.
Non si tratta di fare la morale, so che stiamo parlando di uno sport estremo, so che i piloti sfidano la morte e possono non essere lucidi, ma proprio questa loro situazione di precarietà, come se fossero appesi ad un filo, dovrebbe renderli molto più consapevoli di cosa in pista si può fare e di cosa invece non si può fare.
E questo atteggiamento da “fidanzato geloso” che non può avere tutto sotto il suo controllo spesso e volentieri rende Max un pilota che non piace.
Ph. Oracle Red Bull Racing ©️
C’è un limite a tutto, e Verstappen ogni tanto se lo dimentica, ed è strano vederlo da un quattro volte campione del mondo.
Autore
Giuseppe Serra