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L'universo degli Sleep Token - perché tale è - emerge chiaramente attraverso i loro brani, dove le parole, la disposizione degli argomenti all'interno degli album e persino la sequenza dei brani rivelano una dedizione quasi liturgica alla narrazione e all'atmosfera. Ogni album e ogni canzone sembrano parte di un disegno coerente, stratificato, denso di significati.
Questa band sta avendo un incredibile successo in pochi anni: basti pensare che l'anno scorso II (Two, il batterista) ha vinto il premio come migliore batterista metal; il cantante I (o Vessel) viene considerata una delle voci più ambigue di tutto il panorama musicale, con sfumature che sono difficilmente decifrabili nei primi ascolti; e, nel 2023, il loro terzo album Take Me Back to Eden è l’album metal più ascoltato, posizionando l’album dei Metallica (che non uscivano da 7 anni) al secondo posto. Stiamo parlando letteralmente di un’esplosione improvvisa nel panorama metal. Questa fama è anche dovuta all'universo di cui ho accennato prima, composto da costumi, anonimato (in quanto non si conosce l'identità dei componenti della band) e da un'intera lore all'altezza di una saga fantasy: nella copertina del loro terzo album, il titolo è stato composto con rune di un alfabeto creato dalla band stessa.
Prima di analizzare i significati e la lore di questa band, partiamo dalla cosa più importante.
L'assenza del genere: non è solo metal
Anzi, buona parte degli ascoltatori metal criticano la band perché viene considerata in un genere che non le appartiene, perché troppo pop con un eccessivo numero di strofe rap. Gli Sleep Token sembrano essere la figura rappresentante di un fenomeno musicale che è ormai innegabile.
Mentre una volta la musica poteva essere etichettata tramite le categorie dei generi, oggi sono fortemente convinto che questo non si possa più fare. La contaminazione musicale, grazie ad internet e la globalizzazione, rende sempre più difficile etichettare un progetto musicale dentro un genere. A mio avviso, i generi musicali sono stati sostituiti dalle categorie musicali che - quanto sto semplificando, ma altrimenti questo articolo diventerebbe infinito - sono semplicemente due: il commerciale e l'artistico. Anche nel rap italiano le contaminazioni sono state talmente forti da creare collettivi diametralmente opposti dal punto di vista musicale: il Truce Klan a Roma e poi la Machete in Sardegna sono chiaramente figlie del black e death metal; correnti come quelle di Milano sono da sempre ispirate al rap (e non) provenienti dagli USA. La scuola napoletana ha da sempre mantenuta un chiaro collegamento con la propria radice identitaria e discorso analogo può essere fatto a Roma per gli artisti successivi al Truce Klan. La contaminazione musicale solo nel rap italiano è chiara e si parla di altri artisti, anche al di fuori dell'Italia è ancora più chiaro: Kanye West, YUNGBLUD o anche i LINKIN PARK. È sempre più difficile etichettare gli artisti sulla base del genere: Kanye West è unicamente un rapper? I LINKIN PARK sono una band rock, metal o alternative? YUNGBLUD è pop, punk o metal?
E se questa disgregazione della linea di separazione dei generi è chiara per i LINKIN PARK di album in album e per YUNGBLUD e Kany West addirittura all'interno degli stessi album tra le canzoni che lo compongono, gli Sleep Token hanno compiuto il passo successivo: il cambiamento di genere vive nelle canzoni, da strofa a strofa, arrivando a cambiare anche tre generi in una stessa canzone, vive nelle canzoni, da strofa a strofa, passando dal pop all'elettronico, dal metal al rap. È la fluidità di genere, un'anarchia musicale totalizzante: il perfetto incubo di tutti i puritani della musica.
Nessun riferimento: gli Sleep Token sono la loro mitologia
Per comprendere il cuore della mitologia degli Sleep Token, bisogna partire dalla prima strofa della prima traccia del loro primo album, Sundowning, intitolata The Night Does Not Belong To God:
When you live, by daylight Quando vivi, alla luce del giornoWith angels at your side con gli angeli al tuo fianco
In order now, bestowed by ora in un ordine donato
The light of the Sunrise dalla luce dell'alba
And you remember everything e ricordi tutto
Only ′til the Sun recedes once again solo finché il sole non tramonta di nuovo
And the night comes down like Heaven. e la notte scende come il Paradiso.
Questi versi danno voce alla dualità tra giorno e notte, vista come un'alternanza tra lucidità e delusione, tra razionalità e le pulsioni più irrazionali che viviamo. Questo antagonismo tra giorno e notte, e la relativa disconnessione emotiva tra loro, sarà portato avanti durante tutto l'album e descrive, come preannunciato prima, un aspetto fondamentale della lore di questa band (sì, ne parliamo come fosse un film o una serie di fumetti, perché il livello di complessità è il medesimo): la notte è un aspetto fondamentale da interiorizzare per approcciarsi a questa band, in quanto gli Sleep Token sono rappresentanti di una mitologia, da loro creata, fondata su Sleep, un'entità divina o demiurgica, la quale abbraccia Vessel. La divinità Sleep è quindi il fulcro simbolico e narrativo dell’intero universo dei Sleep Token. Non è una figura chiaramente definita, ma si manifesta come un'entità arcana, oscura e irresistibile, che nei vari album condivide alcune caratteristiche comuni, come l'abbandono del controllo, la personificazione di un rifugio dal dolore tramite la dissoluzione dell'Io, ma anche la personificazione di una tentazione dolce e mortale, ma che non va interpretata come una dività negativa orientata a causare dolore. La relazione che c'è tra questa divinità e la band sembra esser descrivibile nel fatto che la band si fa portavoce del verbo di questa divinità per ricevere la libertà di poter vivere e contemplare le emozioni della vita in uno stato puro, disinteressato liberatorio, come può essere metaforicamente descritto in The Offering:
And you are a garden, entwined with all E tu sei un giardino, intrecciato con tuttoYou are the silence on sacred shores sei il silenzio sulle rive sacre
You've got diamonds for teeth, my love [...] Hai diamanti come denti, amore mio [...]
So take a bite, I want to know quindi dai un morso, voglio sapere
Riferendoci alle parole pronunciate direttamente dalla band, la divinità Sleep è l’antitesi della trasparenza, che ha scelto Vessel (il cantante) come “contenitore” umano scelto per diffondere il suo messaggio attraverso la musica.
Ciò che può rappresentare nella realtà dei fatti Sleep resta quindi un mistero, in quanto la sua interpretazione varia costantemente in base all'ascoltatore. I parallelismi si possono applicare sia ad una relazione tossica e totalizzante fino ad una dipendenza da sostanze.
Questa divinità non influenza la band, al contrario: la band è espressione di questa divinità. I fan si sono abituati a chiamare rituals le stesse canzoni della band. Pur non descrivendo mai direttamente Sleep, a questa entità vengono dedicate invocazioni e sacrifici emotivi nel corso dei vari album.
La Transazione degli Elementi
Ogni album degli Sleep Token sembra ruotare attorno a un elemento naturale, espresso su più livelli: visivo, lirico, sonoro.
- Sundowning – L’aria
- Visivo: la copertina mostra una figura che si dissolve, quasi evaporasse.
- Lirico: frequenti riferimenti all’aria, al respiro, al vento, alla levitazione.
- Sonoro: strutture musicali eteree, aperture atmosferiche, sogni sonori che sfumano nel caos metallico. Una costante altalena tra estasi e schianto.
- This Place Will Become Your Tomb – L’acqua
- Visivo: la copertina evoca una cavità liquida, un’oscurità subacquea.
- Lirico: ricorrono immagini di annegamento, immersione, abbandono alle profondità.
- Sonoro: l’album è più fluido, dolente, malinconico. Si muove come una corrente sotterranea, trascinando l’ascoltatore negli abissi dell’anima.
- Take Me Back to Eden – La terra / vita / materia
- Visivo: l’immagine richiama il concetto di rigenerazione e natura.
- Lirico: l’Eden come simbolo del ritorno alla purezza perduta, ma anche della tentazione primordiale.
- Sonoro: i generi si mescolano in modo ancora più estremo. È il disco della carne, del corpo, del desiderio, del contrasto più netto tra pulsione e trascendenza.
- Even in Arcadia – Il fuoco / artificiale / eterno
- Visivo: l'estetica richiama un'utopia bruciata, un paradiso alterato, forse digitale.
- Lirico: i testi ruotano attorno al tema della permanenza del desiderio anche in un mondo "perfetto", dove persino l'Arcadia è corrotta. Il fuoco è qui simbolo del desiderio che brucia, della rovina che seduce, della passione che divora.
- Sonoro: è l’album più dinamico e contrastato, in cui l’elettronica e il metal convivono con una lucidità chirurgica. Il senso di eternità bruciante, di loop emotivo, diventa motore del racconto.
Il Dolore e il contrasto con la musica
Il dolore è un tema ricorrente in tutta la discografia degli Sleep Token che, attraversando i vari elementi, evolvono nel loro approccio al dolore. Due ambiguità però restano ricorrenti nei loro progetti: la prima è la difficoltà nel decifrare l'interlocutore delle canzoni. Il dialogo continuo con Sleep fa dubitare di quando il cantante si rivolga all'ascoltatore, alla déa o ad un terzo soggetto. Per esempio nella canzone Take Aim, Vessel canta:
Won't you call out my name? Non vuoi chiamare il mio nome?Like a curse on this world? Come una maledizione su questo mondo?
Like a battle cry? Come un inno di battaglia?
And you make me hate myself E mi fai odiare me stesso
Make me tear my body lacerare il mio corpo
Make me yearn for your embrace desiderare il tuo abbraccio
Se la prima parte della strofa sembra indirizzata alla dea, il dolore auto-inflitto per influenza dell'interlocutore sembra andare in contrasto con la classica figura di Sleep, che sembra mostrarsi molto più liberatoria che punitrice. È quindi sempre molto sottile la linea che ci permette di interpretare nel modo corretto (ci sarà?) il destinatario a cui sono rivolte le parole in cui si tratta di dolore.
In secondo luogo, la caratteristica che accumuna i progetti è che, nella maggior parte dei casi il dolore viene trattato in parti delle canzoni in cui le sonorità sono nettamente più melodiche e dolci rispetto ad altre. È un fattore che, per quanto possa risultare scontato, non lo è affatto in realtà per una band metal di questo tipo, genere contraddistinto per una concordanza tra i temi trattati e le tipologie di base: durante gli anni '80 e '90, quando alcune branche del metal si avvicinarono sempre di più a testi con riferimenti crudi e a volte satanisti (Marilyn Manson è figlio di una lunga dinastia e non è nemmeno il peggiore), le sonorità si adattarono molto velocemente a queste tematiche. Con gli Sleep Token abbiamo l'effetto opposto: i momenti in cui si parla di dolore, chiaramente ed esplicitamente, sono i momenti più melodici e "pop" dell'album. La canzone che meglio può spiegare questo passaggio è la loro versione di I Wanna Dance With Somebody.
Gli Sleep Token sono
molto più di una band: sono un’esperienza mito-poietica, un viaggio rituale, una liturgia emotiva. Con una narrativa coerente e stratificata, una scrittura evocativa, una musicalità senza confini, hanno costruito un universo in cui ogni ascoltatore è chiamato a entrare e perdersi. E in quell’universo, come nel sonno, si può trovare pace, turbamento, e, spesso, entrambe le cose insieme. La band è Caronte, la musica è la sua nave e la destinazione - l'altra sponda del fiume - è il più grande mistero di questa band.
Autore
Daniele Mainolfi