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Se c'è una cosa che amo profondamente sono le candidature per i premi di film e serie TV. Rappresentano quel meraviglioso momento dell'anno in cui mi ritrovo a scrollare elenchi interminabili esclamando: "E questo cosa diavolo è?". Quindi non potevo non nerdare sopra questa cosa fantastica. È come ricevere una lista della spesa compilata da un amico cinefilo con gusti decisamente più sofisticati dei miei. Alcuni titoli sembrano usciti da un generatore casuale di nomi: produzioni che apparentemente sono state viste solo dai membri delle giurie e da quattro critici in tutto il mondo. Ma è proprio questo il bello! Le nominations diventano una sorta di mappa del tesoro che mi guida verso le Gemme dell’Infinito. Certo, c'è sempre quel momento di leggero imbarazzo quando qualcuno mi chiede: "Hai visto quella serie candidata a 15 Emmy?" e io devo ammettere che fino a cinque minuti prima non sapevo nemmeno esistesse; ma ehi, è così che si amplia la propria cultura televisiva, no? Un Emmy alla volta.
Sono state annunciate le candidature agli Emmy Awards 2025, uno dei più prestigiosi riconoscimenti nel mondo della televisione. Gli Emmy, considerati gli "Oscar della TV", celebrano annualmente l'eccellenza nella programmazione televisiva americana, premiando le migliori serie, attori, registi e professionisti tecnici che hanno contribuito a creare contenuti straordinari. Quest'anno, la competizione si preannuncia particolarmente intensa con alcuni titoli che dominano le nominations: "Severance" che ha ottenuto ben 22 candidature, seguita da "The White Lotus" con 20 nomination e "The Penguin" con 17.
E come le altre volte ho finito di leggere l’elenco esclamando tipo 71 volte: “E questo cosa diavolo è?”
Questo sono io mentre guardo quelle liste
Alla fine di questo articolo potrai trovare l'elenco delle nominations (non completo, ma di 68 pagine di candidature ho scartato poco, quindi dovresti trovare quello che stai cercando) divise sia per programmi televisivi che per case produttrici. Di conseguenza, se vedrai che il totale delle nominations indicate qui sotto non saranno uguali a quelle elencate precedentemente (o che in generale trovi online) è normale: alcune le ho scartate! Ho scelto di sviluppare alcune statistiche che ci permetteranno di individuare i trend del settore e valutare come si stanno posizionando le diverse piattaforme di streaming e network tradizionali. Come vedrai, HBO e Apple TV sembrano dominare la scena quest'anno, seguiti da Netflix e FX. Intanto ti lascio l’elenco delle nominations che ho considerato:
Infine, prima di poter partire effettivamente con l’articolo, inserisco le candidature sicuramente più importanti:
Migliore serie
Drama
- Andor (Dinsey+)
- Paradise (20th Television)
- Severance (Apple TV+)
- The Diplomat (Netflix)
- The Last of Us (HBO Max)
- The Pitt (HBO Max)
- The White Lotus (HBO Max)
- Slow Horses (Apple TV+)
Comedy
- Abbott Elementary (ABC)
- Nobody Wants This (Netflix)
- Only Murders in the Building (20th Television)
- Shrinking (Apple TV+)
- The Bear (FX)
- The Studio (Apple TV+)
- What We Do in the Shadows (FX)
- Hacks (HBO Max)
Miniserie o serie antologica
- Adolescence (Netflix)
- Black Mirror (Netflix)
- Dying for Sex (FX)
- Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story (Netflix)
- The Penguin (HBO Max)
Migliore attrice protagonista
In una serie drama
- Bad Sisters (Apple Tv+) - Sharon Horgan
- Matlock (CBS) - Kathy Bates
- Severance (Apple TV+) - Britt Lower
- The Diplomat (Netflix) - Keri Russell
- The Last of Us (HBO Max) - Bella Ramsey
In una serie comedy
- Abbott Elementary (ABC) - Quinta Brunson
- Hacks (HBO Max) - Jean Smart
- Nobody Wants This (Netflix) - Kristen Bell
- The Bear (FX) - Ayo Edebiri
- The Residence (Netflix) - Uzo Aduba
In una miniserie, serie antologica o film TV
- Black Mirror (Netflix) - Rashida Jones
- Disclaimer (Apple TV+) - Cate Blanchett
- Dying for Sex (FX) - Michelle Williams
- Sirens (Netflix) - Meghann Fahy
- The Penguin (HBO Max) - Cristin Milioti
Migliore attore protagonista
In una serie drama
- Paradise (20th Television) - Sterling K. Brown
- Severance (Apple TV+) - Adam Scott
- The Last of Us (HBO Max) - Pedro Pascal
- The Pitt (HBO Max) - Noah Wyle
- Slow Horses (Apple TV+) - Gary Oldman
In una serie comedy
- Nobody Wants This (Netflix) - Adam Brody
- Only Murders in the Building (20th Television) - Martin Short
- Shrinking (Apple TV+) - Jason Segel
- The Bear (FX) - Jeremy Allen White
- The Studio (Apple TV+) - Seth Rogen
In una miniserie, serie antologica o film TV
- Adolescence (Netflix) - Stephen Graham
- Dope Thief (Apple TV+) - Brian Tyree Henry
- Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story (Netflix) - Cooper Koch
- Presumed Innocent (Apple Tv+) - Jake Gyllenhaal
- The Penguin (HBO Max) - Colin Farrell
Okay, ora possiamo iniziare a perderci all’interno di queste nominations.
Le nominations per il cast sono di Apple TV ed HBO
Sì, non è un'esagerazione. Anzi, è piuttosto sbalorditivo! Quest'anno la selezione del cast ha visto un divario così marcato tra i programmi da far sembrare la distribuzione delle ricchezze mondiali quasi equa al confronto. Immaginate una festa dove sette invitati mangiano il 50% del buffet mentre tutti gli altri si contendono le briciole rimaste - ecco, questo è precisamente lo scenario di questi Emmy 2025. In particolare, facciamo riferimento al fatto che 5 di queste serie TV sono di HBO e Apple TV, che insieme si comportano come quei due amici che arrivano alla festa e occupano subito il divano migliore. La HBO, veterana delle premiazioni, continua a dimostrare che avere draghi e zombi funghi nel proprio catalogo paga sempre.
Tornando a guardare nello specifico le serie TV, vediamo che "Severance" e "The Studio" da sole compongono ben 19 candidature. Questo dimostra quanto Apple investa in questi termini e, se continua così, la prossima generazione di iPhone potrebbe essere venduta con un Emmy incorporato come feature esclusiva (forse stanno cercando di motivare il prezzo dei suoi dispositivi per la realizzazione di questi programmi televisivi, che personalmente ritengo fantastici).
La terza serie nella classifica del dominio è "The Bear", della FX. Netflix, il gigante che un tempo dominava incontrastato, si aggiudica solamente il sesto posto con "Adolescence", una performance che per il colosso dello streaming equivale a vincere un premio di partecipazione a una gara di talenti scolastica. Tuttavia, questa serie ha riscosso un gran successo, salvandola da un possibile flop a questi Emmy - al contrario di Prime Video che ha una situazione così drammatica che meriterebbe una miniserie tutta sua.
Tuttavia, ti starai chiedendo delle altre 49 candidature, quelle non acchiappate dai grandi successi di quest’anno. Forse pensi che Apple TV ed HBO abbiano semplicemente avuto fortuna con quattro show brillanti. Per farti capire meglio la portata di questo dominio televisivo, ho analizzato meticolosamente ogni singola nomination sui cast (sì, di queste non ne ho esclusa neanche una sacrificando preziose ore di sonno che avrei potuto dedicare a guardare l'ennesima serie su Apple TV).
Per illustrare questa divisione di potere alla "Game of Thrones" (guarda caso, altra produzione HBO), ho realizzato il seguente grafico per te. Preparati: è come guardare la classifica di un torneo dove due giocatori hanno barato in modo così spudorato che nemmeno tentano di nasconderlo.
Nel panorama complessivo delle nominations, Netflix riesce a sopravvivere grazie ad Adolescence che costituisce da sola un terzo delle candidature, mentre la Disney e Prime Video sembrano essersi persi nella nebbia - probabilmente stanno cercando di capire se fare un crossover tra The Boys e le serie Marvel, dato che una avrebbe bisogno di quello che ha l’altra. La concentrazione del potere è impressionante: tre case di produzione hanno conquistato più 75% delle nominations possibili per il cast.
Mettendo da parte le battute, questo risultato merita un'analisi più profonda. La dominazione di Apple TV ed HBO non è casuale, ma frutto di strategie precise. Apple ha investito miliardi in contenuti originali di altissima qualità, puntando su storie complesse e produzioni impeccabili. La loro filosofia sembra essere "pochi, ma buoni". HBO, dal canto suo, continua la tradizione di eccellenza che l'ha resa leggendaria fin dai tempi dei Soprano. Con un'attenzione maniacale ai dettagli e una predilezione per tematiche adulte e sfaccettate, ha creato un marchio riconoscibile quanto il logo della Nike: quando vedi una serie HBO non ti servono i titoli iniziali per sapere che è sua, perché è semplicemente perfetta. Non è un caso che "The Last of Us" e "The White Lotus" abbiano conquistato critica e pubblico: sono opere che non scendono a compromessi sulla qualità.
Netflix merita un discorso a parte. Nonostante l'approccio "quantità industriale" che a volte ricorda un buffet all-you-can-eat (dove non tutto è necessariamente prelibato), riesce comunque a mantenere uno standard sorprendentemente alto. Con una biblioteca di contenuti vastissima e in continua espansione, riuscire a piazzare diverse produzioni tra le nominations è un risultato che conferma la loro capacità di bilanciare quantità e qualità - un'impresa non banale nell'era della saturazione dei contenuti.
Regia e fotografia: Netflix sottovalutata, ma non dagli Emmy
Ovviamente in un programma televisivo non basta un ottimo cast, ma ci dev'essere un'idea e un'attenta costruzione dietro. Parliamoci chiaro: un cast stellare senza una visione è come un'automobile di lusso senza motore - bellissima da vedere, ma non ti porta da nessuna parte, come hanno dimostrato alcuni progetti Marvel.
Ho tralasciato a malincuore la sceneggiatura nei miei grafici (sì, l'ho fatto pensando alla tua salute mentale - se avessi incluso anche quella, probabilmente avresti iniziato a cercare i titoli di coda prima ancora di arrivare a metà articolo). La sceneggiatura è fondamentale, certo, ma ho preferito concentrarmi su quegli elementi che trasformano le parole in immagini: la regia che orchestra ogni movimento e la fotografia che, con le sue luci e ombre, può far sembrare persino un corridoio vuoto il set perfetto per un thriller psicologico.
E qui bisogna davvero dare onore al merito: HBO, come accennato prima, si conferma la casa produttrice della perfezione assoluta: quando HBO realizza una serie è come se Michelangelo dipingesse la Cappella Sistina ogni singola volta. La loro cura maniacale per i dettagli è leggendaria - si dice che per una scena di "The Last of Us" abbiano fatto crescere veri funghi patogeni solo per studiarli (ok, forse esagero, ma non mi stupirebbe). Netflix, d'altro canto, viene sottovalutata costantemente e senza alcun motivo razionale. Nonostante il loro approccio da "lanciamo 200 serie e vediamo cosa attecchisce", si aggiudicano il secondo posto per numero di nominations sia nella regia che nella fotografia. Apple TV segue al terzo posto, ma con l'atteggiamento di chi sa perfettamente di essere un contendente formidabile. Un po’ di rammarico per FX, che per serie come The Bear, Dying for Sex e American Horror Stories ha riscontrato relativamente poco successo in questa categoria.
Le nominations per categorie: drama e comedy
Un'analisi comparativa dei grafici rivela un contrasto sorprendente nella distribuzione delle nomination tra le categorie drama e comedy. Nella categoria comedy "The Studio" di Apple TV si piazza al primo posto, che nella categoria opposta si traducerebbe in un modesto terzo posto, distanziato da ben 6 nominations rispetto alla regina indiscussa "Severance" (Scissione). Escludendola dal conteggio, il panorama drama è dominato in modo impressionante dall'HBO, che dimostra ancora una volta di saper costruire universi narrativi complessi come nessun altro. Particolare menzione merita "Andor" della Disney, che conquista un sorprendente quinto posto - un risultato che per la casa di Topolino equivale quasi a vincere un Oscar, considerando il loro recente successo nelle serie drammatiche. Nel territorio comedy, assistiamo invece al dominio incontrastato di Apple TV, che negli ultimi anni ha investito risorse in questo settore. Probabilmente Tim Cook sta già preparando una presentazione in cui mostrerà grafici di crescita delle nominations con lo stesso entusiasmo con cui presenta i nuovi iPhone.
Le grandi assenti ai vertici di queste categorie sono Netflix (che comunque si consola con "Adolescence" nella categoria miniserie, serie antologiche e film TV) e Prime Video, entrambe confinate nei bassifondi delle classifiche.
Il totale delle case produttrici
Con i dati presi in analisi, ecco finalmente il quadro generale delle nominations, prese in considerazione, delle case produttrici. HBO si conferma l'aristocrazia della televisione. Apple TV+ sta seguendo una traiettoria ascendente che ricorda i grafici di vendita dell'iPhone nei primi anni 2010. Netflix invece merita un commento più serio (no, non è vero): la loro incredibile quantità di nominations è il risultato di una precisa strategia di diversificazione. Hanno serie in ogni possibile genere, sottogenere e sotto-sottogenere (sono sicuro che presto avremo una categoria "commedia drammatica di fantascienza ambientata in un'epoca vittoriana alternativa con zombi comunisti"). Inoltre questa diversificazione non si rispecchia solo nei generi, ma anche nella qualità del lavoro tecnico prodotto (con i prossimi e ultimi grafici capirai meglio). Infine, Disney e Prima Video stanno andando benissimo.
Un programma è per il 43.2periodico % fatto di musica
E su questo non cambierò idea: le conquiste dell’HBO sono state fatte anche in questo senso.
Come detto prima, il lavoro di diversificazione di Netflix si traduce anche in questo senso: avere 6 nominations agli Emmy per le colonne sonore (per 5 programmi differenti) è un successo assolutamente indiscutibile.
Il grafico che non ti aspetti
È francamente incomprensibile come il mondo della critica televisiva continui a trattare costumi e makeup come i cugini poveri delle produzioni. Mentre sui giornali trovi solamente liste per attori e registi, questo aspetto viene totalmente tralasciato. Pensaci un attimo: "The Last of Us" senza il suo makeup post-apocalittico sarebbe stato essenzialmente "Joel va ad un rave ed incontra una bambina"; per non parlare dell’arte e della cura in serie come "The Crown". I costumi e il makeup sono narratori silenziosi che raccontano storie attraverso dettagli che il dialogo non potrebbe mai esprimere. Quando vedi un personaggio con un abito logoro, una cicatrice ben posizionata o un trucco che ne rivela lo stato emotivo, stai ricevendo informazioni cruciali che arricchiscono l'intera esperienza. Sono questi dettagli che distinguono una produzione mediocre da un capolavoro, esattamente come fa Prime Video.
Come evidenziato dai dati, in questo campo HBO continua la sua marcia trionfale, che però nei costumi viene superata da Netflix, che d'altra parte, mostra un inspiegabile crollo nel makeup.
La statistica delle statistiche
Non è semplicemente un titolo, ma è vero: sono riuscito a fare un grafico dei grafici che ho fatto prima, non chiedermi come. Ad ogni modo, questo grafico credo sia abbastanza riassuntivo di tutto ciò che è scritto in questo articolo, portando l’Apple davanti all’HBO, al contrario del grafico sulla quantità di nominations totali.
A seguire, invece trovate, come promesso, le liste delle nominations, anche divise per categorie (consultatele, ci ho messo tantisismo a farle, no Chat GPT).
Autore
Daniele Mainolfi