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Silverstone è sempre una delle gare più affascinanti della stagione. Un circuito unico, caratterizzato da tratti curvilinei estremamente veloci che mettono a dura prova le abilità dei piloti. Una pista vecchio stampo, con tanti punti dediti al sorpasso e settori in cui far risaltare le proprie capacità di guida. Insomma, la Formula 1 nella sua essenza.
Le gare lì, sono sempre piene di colpi di scena e di sorprese. E anche quest’anno l’appuntamento inglese non ha deluso. Pista bagnata e tanto tanto divertimento.
La gara la domina Mclaren come al solito, con Lando Norris protagonista di una vittoria epica a casa sua, battendo Oscar Piastri, incauto e incosciente nel prendere una penalità evitabile, ma d’altronde chi di penalità ferisce, di penalità perisce (ricordiamoci la vittoria dell’australiano ai danni di Verstappen in Arabia Saudita).
Ph. Stake F1 Team KICK Sauber ©️
Ma il vero protagonista non è stato Norris, ne Piastri, e nemmeno Max Verstappen. Non sono stati i due ferraristi ne i due alfieri della Mercedes. É stato un uomo che non è abituato ai riflettori o alle posizioni di testa, quello che non ti aspetti. Lui che a podio nella sua carriera non c’era mai arrivato, nonostante le 238 partecipazioni ad un gran premio. L’impresa porta una firma, quella di Nico Hülkenberg.
Una gara a dir poco perfetta, una rimonta dalla diciannovesima posizione, si avete capito bene, dalla penultima casella dello schieramento. É vero, la gara è stata pazza, tanti ritiri, la variabile del bagnato, i tantissimi pit stop e la necessità di dover cambiare la strategia da un momento all’altro. Ma comunque Nico ha saputo rispondere presente ogni volta facendosi trovare nel posto giusto al momento giusto per i 50 giri della giostra.
Ph. Stake F1 Team KICK Sauber ©️
Una storia, quello di questo weekend, che non lascia spazio alla gioia del team Papaya, che con l’ennesima doppietta, ha ormai completamente ammazzato il campionato. Non c’è spazio sufficiente nemmeno per commentare la sfida all’iride di quei due là davanti, che fanno uno sport a sè. Perchè la scena è di Nico che, oltre a meritarsela tutta, scrive la storia.
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Ricordiamolo, non guida una Ferrari, una Red Bull, una Mercedes. Guida una delle ultime macchine dello schieramento, guida una KICK Sauber, guida una scatola di sardine rispetto agli altri.
Ph. Stake F1 Team KICK Sauber ©️
Ma forse è come il paradosso del calabrone, che per struttura fisica non potrebbe volare, ma lui non lo sa e lo fa lo stesso, e Nico non potrebbe arrivare a podio, ma lui se ne frega, e scrive la storia.
Grazie, dal profondo del cuore.
Autore
Giuseppe Serra