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Chilometri macinati in ventitré anni di vita, senza neppur essere un maratoneta, anche se rammento di aver fatto diverse corse dell’ultimo minuto. Cento metri senza un nastro al traguardo o un podio per cui combattere. Quante corse nella stessa pista, Vita! Quante volte mi hai detto che sarebbe stato facile, ma il percorso si è rivelato insidioso. Quante volte sono partito prima del via o non ho superato la mia posizione perché non mi sono mosso. Muovendo i primi passi, ho incominciato a correre, anche se a volte sono stanco, mi fermo. Ma il tempo corre; ed io ci provo a stargli appresso, nonostante sappia che mi ha sorpassato prima che me ne rendessi conto. Ogni tanto ripercorro quel tempo, gattonando, tra paesaggi e persone che oggi non ci sono più. Inizio lo stesso percorso, che facevo da ragazzino, dove correvo spesso, ma non c’è più la casa sull’albero, il ponte dopo la strada. Ci sono solo illusioni ottiche, ricordi che si impossessano di momenti presenti e si sfogano con lacrime e dolori. Non c’è nemmeno più il gusto di finirla questa corsa. Aveva un sapore diverso, prima. C’era qualcosa di diverso in me. Rassegnazione, nostalgia, mal di cuore: non ne conoscevo il significato. Ora so perfettamente come funziona il mondo. O almeno faccio finta di crederlo. Prima non capivo nulla, ma supponevo di avere il tempo per pensare come arrivare in fondo al tunnel. Ora mi ritrovo a cercare le impronte dei miei primi passi, mi chiedo da dove sono partito, chi c’era con me quando non riuscivo ad alzarmi da solo. Cerco il ragazzo che sono stato, sperando possa darmi una mano, perché, forse, una risposta saprebbe dove trovarla. Ho abbandonato una parte di me nell’erba alta, adesso devo ricercarla, ricercandomi. Devo accovacciarmi e strisciare, prenderla di sorpresa e accarezzarla. Dirgli che i suoi primi passi non erano poi così male, anche se non sono stati mai leggeri. Vorrei sussurargli un giorno, che alla fine, mi sono ritrovato.
Autore
Massimiliano Rossetti