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La città ascolta, silente, in una notte capace di far rabbrividire. C’è un’anima… sembra la sua.
Si nasconde, appare poi scompare, e pensieroso vago in silenzio tra gli stretti cunicoli del mio pensare.
La cerco, la ritrovo poi mi sfugge, unica come i suoi occhi che sanno di morte. Nel meccanico proseguire senza meta mi catapulto a parlare con la mia anima.
«Fa ancora male?»
«No»
E se la rideva di gusto; e io inerme, assettato di negazione.
«Non dovresti mentire sai»
«Non so proprio niente»
E continuava il suo irriverente riso .
«Qua ci sarà sempre lo spazio che hai lasciato»
«Finché ci sarà quel vuoto mancherò io»
Allora la risata cessò e la spregiudicatezza prese il suo posto.
«Era da tanto tempo che non venivi quaggiù a trovarmi»
«Ho faticato a trovare la strada»
«Cazzate»
Un abbozzo di sorriso sembrava ridelinearne il volto.
«Hai provato a starmi lontano, ma torni sempre»
«Ho provato a riempire quel vuoto»
«Non ci sei riuscito»
«Non sei d’aiuto»
E di nuovo rimbombava il martellante sghignazzare.
«Ti prendi gioco di te stesso»
«È l’unico modo per non affogare»
«È proprio la cosa che ti trascina giù»
Questa volta il sorriso sembrava meno compiaciuto e più vicino ad un senso di pietà.
«Affronta il mare dentro di te»
«Ma non riesco ad amare»
«Non vuoi farlo»
«Non posso»
«Cazzate»
La risata isterica continuava a consumarmi.
«Una volta che impari ad amare non puoi scordare come si fa»
«Ma puoi scegliere di non farlo»
«Infatti, non vuoi»
«Forse»
«Cazzate, lo sai»
«Non so niente»
«Cazzate»
Questa volta la risata era tonante, soddisfatta, carica di ironia.
«Prima ti rispettavo sai»
«E adesso?»
«No, hai preferito ferirmi»
«E a quanto ho sofferto io invece non ci pensi?»
«Cazzate»
«Non è così»
«Non sai cosa si prova ad essere spinto così in basso da non vedere più il mondo»
«Volevo solo amare»
«E per farlo mi hai distrutto»
«Non volevo»
«Cazzate»
Il ridere si era trasformato in acuta rabbia.
«Hai preferito amare qualcun altro»
«Non pensavo che avrebbe portato a questo»
«Cazzate»
«Smettila per favore»
«No, non so quando riuscirò a perdonarti»
«Fai pure, starò bene anche senza di te»
«Cazzate, lo sai bene»
«Non so proprio niente»
«Cazzate».
Autore
Giuseppe Serra
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