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Nei circuiti alternativi e negli eventi che gravitavano attorno al Movimento del ’77 circolavano poche copie di una rivista strampalata, dalla copertina e dal contenuto underground: Cannibale.
Primo numero di Cannibale, copertina di S.Tamburini e M.Mattioli, Maggio 1977
Dando continuità ideale alla rivista dadaista Cannibale di Francis Picabia - pubblicata in soli due numeri nel 1920 - Stefano Tamburini, insieme a Marco D’Alessandro e Massimo Mattioli, diede vita a una delle esperienze editoriali più radicali e visionarie della storia del fumetto italiano. Il loro primo numero numerato quindi come terzo, uscì nel maggio del 1977.
Cannibale nasce come contenitore di idee, comicità e situazioni contestualizzate al periodo e alle rivolte del Movimento del ’77, che vedono luogo a Roma e in tutta Italia, da cui il suo ideatore prende spunto a piene mani. Tamburini e D’Alessandro stampano autonomamente, appoggiandosi alla romana Stampa Alternativa, circa 500 copie di quel primo numero 3: formato dei comics americani, storie strampalate e copertina che richiamano i fumetti di Crumb e affini, uno stile grafico ed editoriali molto punk e DIY.
Durante le riunioni di autori della Milano Libri con l’obiettivo comune di creare una rivista a fumetti autoprodotta, tra Milano e Bologna, Tamburini conoscerà due persone che insieme a lui cambieranno da quel momento il futuro del fumetto Italiano: il bolognese Filippo Scozzari e Andrea Pazienza, anche lui con sede a Bologna, ma studente fuorisede del DAMS.
Dalla loro unione al team di Cannibale nacque il leggendario numero quadruplo 4/5/6/7 (autunno 1977), un vero esperimento editoriale: quattro copertine differenti e ribaltabili, quattro punti di lettura indipendenti, quattro visioni artistiche. Un’opera d’avanguardia che anticipava concetti di meta-narrazione e montaggio grafico allora impensabili nel fumetto italiano.
Quel numero divenne celebre grazie a storie come Perché Pippo sembra uno sballato? di Andrea Pazienza, episodio con protagonista un Pippo tossicomane alle prese con un gruppo di fricchettoni, in linguaggio popolare giovanile, un misto tra dialetto bolognese e dialetti non meglio identificati del sud Italia, un capolavoro comico e parodistico. Ed ancora, una storia intricata e totalmente fuori di testa di M.Mattioli, disegnata col suo inconfondibile stile cartoonesco frullato con influenze di Crumb e stilemi Disney.
Cannibale n. 4/5/6/7, copertina di S.Tamburini, autunno 1977
“Perchè Pippo sembra uno sballato?” di A.Pazienza, 1977
“Perchè Pippo sembra uno sballato?” di A.Pazienza, 1977
Quando in seguito Andrea Pazienza presenta il talentuosissimo Tanino Liberatore a Stefano Tamburini, è il sodalizio definitivo. E con questa formazione di artisti, uscito come supplemento della rivista Il Male, Cannibale traumatizza per la prima volta le edicole italiane nel Luglio del 1978 con un nuovo numero, che diventerà presto leggenda nel panorama fumettistico sotterraneo.
Cannibale “Numero zero” (in controcopertina i 5 autori disegnati come futuristi), Luglio 1978
Il cosiddetto numero zero si presentava in modo molto particolare: copertina amaranto con raffigurato da Liberatore un uomo ipertrofico con le fattezze di Tamburini, intento ad auto-cannibalizzarsi, e il numero in copertina reso incomprensibile.
Sul retro si presentavano i 5 autori d’assalto, da una foto dei futuristi modificata ad hoc, per sottolineare il taglio avanguardista che intendevano imprimere con la loro rivista.
Questo concept strampalato ma molto innovativo non giova ovviamente alle vendite che, a causa dei numerosi resi degli edicolanti e della confusione nell’ordinare la rivista senza numero progressivo, risultano molto esigue.
Questo numero più di tutti gli altri di Cannibale a mio parere rappresenta un reale scossone rispetto a ciò che usciva nelle edicole del tempo, sia a livello estetico, sia perché conteneva un team creativo forse mai più eguagliato per idee e realizzazioni. Questo numero rappresenta a pieno la libertà espressiva e la volontà del gruppo di contestualizzare le storie al periodo vissuto, storie anarchiche, dadaiste ed affilate come definite dagli stessi autori “rapidi colpi di rasoio su carne viva”.
Vi troviamo una storia sui trip di una compagnia di freak anni ’70, una su un gruppo di terroristi che intortano delle guardie cantando Umberto Tozzi (“Tiamottì” di T.Liberatore), ed il debutto di Rank Xerox, il simbolo perfetto dei teppisti anni ’70-80, androide violento creato da uno “studelinquente” partendo da una fotocopiatrice Xerox, in una Roma futuristica.
Rank Xerox di S.Tamburini, Cannibale “numero zero”, 1978
Rank Xerox di S.Tamburini, 1979
Quest’ultima storia, ideata e quasi totalmente disegnata da Stefano Tamburini, è stata pensata dallo stesso, proprio vedendo dopo una manifestazione un gruppo di studenti prendere a calci una fotocopiatrice per strada. Queste situazioni e le rivolte studentesche del periodo, gli danno il là per creare il personaggio di Rank e del mondo che lo circonda, personaggio che poi diventerà il famoso Ranxerox, personaggio di culto nell’underground fumettistico, più tardi disegnato da T.Liberatore.
Sotto l’egida della rivista satirica Il Male, i cannibali avevano totale libertà artistica ed editoriale, compresa di geniali pubblicità di Cannibale sulla rivista, disegnate da loro stessi.
Pubblicità di Cannibale di A.Pazienza e S.Tamburini, Il Male, Dicembre 1978
Pubblicità di Cannibale di A.Pazienza e S.Tamburini, Lotta Continua, Aprile 1979
Ma dopo le basse vendite del numero zero, Cannibale abbandonerà le idee editoriali più coraggiose e di avanguardia, dando alla rivista un formato più grande ed una numerazione progressiva.
Dopo l’uscita del numero zero escono altri 6 numeri, ripartendo dalla numerazione 10: tutti numeri incredibili e ricchi di artisti altrettanto incredibili come Muñoz, Raffini, Corben; presente anche un numero interamente dedicato alla fantascienza ed uno con all’interno storie americane alternative piratate e tradotte.
Gatto Gattivo, Massimo Mattioli, Cannibale n.11, marzo 1979
Nonostante al suo interno ci siano dei veri e propri capolavori e gemme del fumetto alternativo, la rivista non vende come ci si aspettava, a causa dei suoi contenuti d’avanguardia, estremamente liberi e forse troppo figli delle rivolte del ’77, causando una perdita di svariati milioni di Lire alla redazione del Male e la chiusura definitiva della testata nel 1979.
A.Pazienza, F.Scozzari, S.Tamburini, Addio a Cannibale, 1979
Per concludere, Cannibale rimane un oggetto di culto, i cui numeri sono tutt’oggi ricercatissimi dai collezionisti: una rivista più unica che rara.
Un’idea figlia dei lacrimogeni e delle proteste studentesche di opposizione e libertà che in tutta Italia prendono piede in quegli anni. Un’idea nata dalla voglia di destabilizzare, smuovere ed esprimersi il più liberamente possibile.
Una molotov in mano a 5 ragazzi geniali che come le più famose avanguardie artistiche dadaiste o futuriste, hanno preso in mano, ribaltato, modellato il medium fumetto, per farci sostanzialmente quello che volevano.
Una molotov che esplodendo ha lanciato gli autori che l’hanno accesa dai fumosi anni ’70, direttamente sui velocissimi ed elettronici anni ’80.
Era l’inizio della più importante rivista artistica italiana, era l’alba della futura FRIGIDAIRE.
Redazione dei Cannibali, da sinistra: S.Tamburini, T. Liberatore, F. Scozzari, A. Pazienza, 1978. ©Alessandra Tamburini.
Autore
Pietro Boccucci
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