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Lando Norris è il nuovo Campione del Mondo di Formula 1.
Dopo una stagione folle, segnata da una Mclaren dominante ma incapace di concretizzare appieno il proprio potenziale, il britannico è riuscito a conquistare il premio più ambito per chiunque indossi un casco e si sieda su una monoposto.
È un titolo meritato, arrivato al termine di un percorso tormentato. Norris è stato spesso al centro delle critiche: errori pesanti, punti gettati al vento, interrogativi continui sulla sua tenuta mentale. Eppure non ha mai smesso di inseguire ciò che desiderava dal primo giorno in cui ha messo piede nella Massima Categoria.
Per anni ha combattuto contro la depressione e, in un ambiente che sembrava voler sottolineare più i suoi limiti che le sue qualità, nonostante tutto, si è rialzato. Ha trovato la forza di trasformare vulnerabilità e insicurezze in una nuova determinazione. È la prova che un sogno, quando diventa ossessione sana, può portare lontano.
Quella di Norris è la vittoria di chi viene considerato “normale”, di chi possiede estro, genialità e creatività ma non sempre ha l’ecosistema giusto per esprimerli. Ha trionfato un uomo fragile, timoroso, che non ha nascosto le proprie debolezze. Le ha condivise al mondo, rendendosi umano, e ha dimostrato in pista di essere all’altezza.
Forse non entrerà nella storia come uno dei Campioni più dominanti o tecnicamente superiori, ma ha conquistato il titolo battendo piloti straordinari: un quattro volte iridato come Max Verstappen e un giovane fenomeno come Oscar Piastri, considerato da molti un talento generazionale.
Questa è la vittoria degli ultimi, degli sfavoriti, di chi non cerca riflettori ma solo una macchina da portare al limite. È il trionfo di chi lavora nell’ombra, di chi non è nato per essere un predestinato ma costruisce tutto, giorno dopo giorno.
Il risultato finale è solo la ciliegina sulla torta di un percorso fatto di costanza e perseveranza: entrato nel Circus da ragazzo promettente, uscito da Campione del Mondo.
I media lo hanno spesso colpito, punzecchiato, tormentato: “non sa partire”, “non regge la pressione”, “non ha lo spunto”. Eppure Norris ha risposto nel modo migliore: vincendo.
Ha superato la depressione, ha gestito un’enorme pressione psicologica, e ha brillato anche quando il compagno di squadra annaspava nel momento di difficoltà maggiore in questa stagione.
Lando Norris ha dato voce a chi vive nell’ombra dei migliori. La sua è una storia di resilienza.
E oggi, con il suo Mondiale, abbiamo vinto un po’ tutti.
Lunga vita al Re, il nuovo Campione del Mondo.
Autore
Giuseppe Serra