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Lo shōgun era il comandante dell’esercito giapponese a partire dal XII secolo. Rappresentava la più alta carica delle forze armate, il generale supremo; il termine scomparve all’incirca a metà dell’Ottocento.
Da qualche anno a questa parte in Giappone uno shōgun sembra essere tornato, con un nome e cognome ben precisi, Max Verstappen.
Uomo solo al comando del suo esercito, l’unico barlume di speranza per un team che probabilmente, senza di lui, sarebbe disperso e facilmente sopraffatto dalle schiere nemiche.
Un vero e proprio generale, cinico, efficace, caparbio e capace, unico nel modo di affrontare le difficoltà, strategico, maestoso nelle sue scorrerie, compatto, imbattibile, ingiocabile quando tutto funziona nel modo giusto.
Le sue truppe allo sbaraglio ma lui col suo destriero, anche se a volte inaffidabile, fa urlare di paura i nemici, e sprigiona tutta la potenza dal suo mezzo. Sbriciola l’asfalto e alza la polvere nella discesa verso la gloria. Sfida il vento e spreme ogni decimo di prestazione possibile, tenendo alla larga Lando Norris e Oscar Piastri che erano più impegnati a gestire le scaramucce tra di loro piuttosto che concentrarsi ad attaccare il leone olandese (in ottica mondiale mi sentirei di aggiungere, giustamente!).
Ph. Oracle Red Bull Racing ©️ & Getty Images ©️
Oltre a questo la gara la definirei abbastanza noiosa, Suzuka non è mai stata una pista ricca di sorpassi e con molta azione, e il copione si è riconfermato anche oggi. Sicuramente è un circuito più divertente per gli ingegneri che per i tifosi e piloti.
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Ma ciò che è interessante è che, alla terza gara dell’anno, i primi tre piloti dello schieramento abbiano ottenuto tutti una vittoria a testa, accendendo e infiammando questo mondiale che sembrava già chiuso dopo i primi test in Bahrein.
Di distacco comunque, quella di oggi ottenuta da Max Verstappen, è assolutamente la più bella e difficile. Sia per quelle che erano le premesse, dove tutti dicevano che Mclaren avrebbe sbaragliato chiunque, sia per come è stata costruita, al sabato, con un giro impressionante che ha consentito di far partire l’olandese davanti a tutti.
Una vittoria che vale tantissimo per Max che in questa stagione aveva solamente incassato colpi senza riuscire mai concretamente a rispondere in modo deciso. Oggi l’ha fatto e ha sorpreso il mondo, battendo un altro record, diventando di fatto l’unico pilota ad aver vinto quattro volte lo stesso gran premio consecutivamente.
Risorto e rinvigorito dalle macerie delle battaglie precedenti, lo shōgun rimane concentrato con gli occhi sull’obiettivo, quello dell’iride.
Lunga vita a Max Verstappen, l’ultimo degli shōgun.
Ph. Oracle Red Bull Racing ©️ & Getty Images ©️
Autore
Giuseppe Serra