Capitolo
Inizia oggi, 19 settembre, In Piazza Garibaldi a Parma, il Festival di Open (giornale online edito da Enrico Mentana e diretto da Franco Bechis) che durerà 3 giorni (19,20,21 settembre).
Non sono qui ad illustrare il programma del Festival, anche perchè potrete trovarlo tranquillamente sul sito del giornale, ma vorrei fornire ai lettori l’identikit di alcuni ospiti di questa Kermesse.
Non parto però da un ospite, bensì da un Partner dell’evento, patrocinato dal Comune di Parma: la Sisal. Sul sito di Open hanno scritto pudicamente che la Sisal è una “ internazionale nel settore del gioco regolamentato, che porterà il proprio contributo all’interno di un panel sull’educazione finanziaria delle nuove generazioni “. Peccato che si siano dimenticati di dire che quest’ultima, nel 2012, fu soggetta, insieme ad un’altra società (la Capgemini) di alcune perquisizioni da parte della Guardia di Finanza, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sulla Banca Popolare di Milano. La morsa delle perquisizioni non risparmiò nemmeno le abitazioni dei rispettivi amministratori delegati, Emilio Petrone e Maurizio Mondani, indagati dalla Procura di Milano per corruzione privata. A Roma e Milano, furono perquisite le loro case, in quanto, dissero i giudici, questi soggetti "avrebbero corrisposto e/o promesso, complessivamente, circa 1,3 milioni di euro per favorire le proprie società nei procedimenti di concessione e mantenimento del credito da parte di Bpm e nell'affidamento di incarichi di consulenza". A beneficiare delle mazzette sarebbe stato l'ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini, finito poi agli arresti domiciliari, ai tempi in cui si trovava alla guida dell'istituto di credito milanese.
Passiamo a parlare di alcuni ospiti. Il primo ospite del Festival sarà proprio Giuseppe Sala, sindaco di Milano, che si confronterà alle 15 con il sindaco di Parma Michele Guerra in un dibattito dal titolo “Citta a misura di ragazzi?”. Speriamo che il sindaco Guerra non prenda troppo spunto dalle politiche abitative di Sala, in quanto i PM milanesi hanno ritenuto che la giunta meneghina abbia violato varie norme amministrative, tra cui la legge numero 1987, che interviene proprio sulle norme urbanistiche, e hanno aperto di conseguenza una ventina d’inchieste, con decine di indagati tra costruttori, progettisti e dirigenti del Comune che hanno firmato permessi ritenuti illegittimi. Si son viste nuove costruzioni fatte passare per “ristrutturazioni”, con grattacieli di venti piani edificati al posto di piccoli laboratori completamente abbattuti, e grandi operazioni realizzate con una semplice Scia (un’autocertificazione del costruttore) mentre per legge sarebbe necessario un piano attuativo, che ricalcoli (e faccia pagare ai costruttori) i servizi (verde, parcheggi, scuole eccetera) necessari per l’arrivo in una zona di centinaia di nuovi abitanti. È il “rito ambrosiano”, la colossale deregulation urbanistica che ha attirato enormi capitali a Milano, ma ha anche aumentato il consumo di suolo (dati Ispra), l’inquinamento (dati Esa e Arpa), consegnato la città alla rendita e accresciuto il costo della vita e soprattutto dell’abitare in città, con la conseguente espulsione negli ultimi anni di 40 mila famiglie. La chiamano “rigenerazione urbana”. Ma “in questi anni non si è fatta rigenerazione urbana, bensì densificazione a vantaggio zero per i cittadini”, spiega Elena Granata, docente d’Urbanistica al Politecnico. Tutto in favore della Lobby dei Costruttori, capitanata dall’immobiliarista Manfredi Catella. Quello che stesso Manfredi Catella che, scrivono i PM, “trattava Sala come fosse suo dipendente”. Poi l’indagine arriva a toccare anche Sala; gli viene contestato di aver firmato la riconferma di Giuseppe Marinoni alla guida della Commissione paesaggio e soprattutto di aver fatto deliberare alla giunta il patrocinio del Comune allo “Studio di una Strategia Urbana e Paesaggistica Porte Metropolitane-Milano 2050”: un privatissimo piano regolatore ombra, deciso da Marinoni insieme ai costruttori. Questo, secondo il gip che ha deciso gli arresti per Marinoni e Tancredi, ex assessore all’urbanistica di Sala, “creava le basi per l’insorgenza di un perdurante conflitto di interessi in capo a Marinoni, accreditandolo presso tutti gli investitori interessati alla riqualificazione dei nodi”. Gli affidava insomma, per delibera di giunta, la guida dello sviluppo futuro della città: “Subappaltava a Marinoni la realizzazione di una parte fondamentale dell’approvanda variante del piano di governo del territorio, ben sapendo che era personalmente ed economicamente coinvolto nelle iniziative”. La seconda imputazione è quella che il gip ritiene non consolidata. Sala avrebbe fatto pressioni su Marinoni, insieme a Tancredi, Catella e Stefano Boeri, per far approvare il progetto Pirellino. La Commissione paesaggio per due volte dice no, troppo impattante. Il 22 giugno dice sì, ma con condizioni. Il 5 ottobre dice sì, senza condizioni. Che cosa succede tra il 22 giugno e il 5 ottobre? Alessandro Scandurra, potente architetto milanese e rappresentante della commisione paesaggio del comune, riceve da Coima di Catella un incarico da 28.500 euro e conclude un contratto per uno studentato in via Messina. Poi il 5 ottobre si presenta in Commissione paesaggio e fa approvare il progetto Pirellino. Per questo il gip dispone l’arresto per Catella e Scandurra: per corruzione (soldi e incarichi in cambio del suo voto). Ma dice no all’arresto per induzione indebita su Marinoni di Catella e Tancredi (e dunque alleggerisce la posizione anche dell’architetto Stefano Boeri e di Sala). Perché la riforma della concussione inserita nella riforma Severino del 2012 impone che chi riceve la pressione abbia un vantaggio personale. Qui non c’è: “Le pressioni su Marinoni erano esclusivamente sostenute dal debito di riconoscenza che sapeva di avere con Tancredi (essendo stato quest’ultimo ad averlo nominato presidente della Commissione), nonché dalla sudditanza che, a sua volta, il coinvolgimento dei più alti rappresentanti del Comune, fra cui il sindaco Sala, era in grado di esercitare su Marinoni”. ”. Saranno i giudici a stabilire i reati eventualmente commessi . Di certo, l’aver consegnato a Marinoni e ai privati lo sviluppo della città è, dal punto di vista politico, una responsabilità gravissima e già accertata.
Poi, alle 17 e 45, interverrà in collegamento il vicepresidente della commissione europea Raffaele Fitto. Speriamo che si scordino, intervistatori e spettatori, che il suddetto commissario è stato in parte assolto e in parte prescritto in un vecchio processo finanziamento illecito, oltre ad aver ancora a che fare con un risarcimento danni da 400 mila euro circa in favore della Regione Puglia per “consumazione di falsità allo scopo di agevolare un successivo processo di privatizzazione delle Rsa”. Un bel problema per un commissario. Ancor di più se è chiamato a gestire i grandi portafogli dei fondi di coesione e del Next Generation Eu.
Sabato 20 alle ore 16 è il turno dell’ex ministra allo Sviluppo Economico del Governo Renzi, Federica Guidi, che parlerà del mondo imprenditoriale insieme ad Alessandro Chiesi. Il 31 marzo 2016, tra gli atti di una inchiesta della procura di Potenza sullo smaltimento di rifiuti nell'impianto Eni di Viggiano in Val d'Agri (arrestate sei persone), sono inserite alcune intercettazioni telefoniche del dicembre 2014. In una di queste l’ex ministra informava il suo compagno dell’epoca, il petroliere Gianluca Gemelli, indagato nella stessa inchiesta, che nella legge di stabilità che sarebbe stata votata da lì a poco sarebbe stato inserito un emendamento che avrebbe potuto favorire gli interessi imprenditoriali del fidanzato ottenendo sub appalti per oltre due milioni di euro, riferendo inoltre al compagno che anche la ministra Maria Elena Boschi era d'accordo sull'inserimento dell'emendamento. La Guidi, mai formalmente indagata, annuncia il giorno stesso le dimissioni dall'incarico di ministro, che sono accettate il 5 aprile.
Passando a domenica 21, alle ore 10 di mattina, è il turno di Andrea Stroppa. Questi, chiamato anche Claudius Nero’s Legion su X, ha 31 anni, è un abile informatico ed è considerato l’uomo di Elon Musk in Italia per aver lavorato con un team dell’allora Twitter. Peccato che Stroppa sia stato iscritto nel registro degli indagati con altre persone (in totale le persone fisiche sono 18) e 14 società per concorso in corruzione. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato agganciato dall’ufficiale della Marina Antonio Angelo Masala, dopo aver saputo dell’intenzione del governo italiano di acquisire il sistema satellitare Starlink, una delle creature di Musk. Il militare, stando al capo di imputazione, avrebbe programmato con Cristiano Rufini (Olidata) “l’inserimento” della società “nell’affare” di far arrivare “notizie riservate in ordine a decisioni assunte nel corso di riunioni ministeriali”.
Alle 11, prima di pranzo, tocca alla Ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, reduce dallo scandalo causato dalla sua Laurea alla Link University, scoperta dal giornalista del Fatto Quotidiano Thomas Mackinson, che presenta parecchie stranezze. Sul sito del governo la ministra, all’inizio del suo mandato, indica genericamente una laurea in Economia, senza data e università. Il Fatto scopre quella a Cagliari riportata dai giornali, assente da Wikipedia, e allora chiede alla ministra dove l’abbia conseguita. Solo a seguito di richiesta di accesso agli atti, il 25 gennaio 2023, il ministero del Lavoro risponde: “Laurea triennale in Economia aziendale internazionale (L-18) nel 2012 e Magistrale in gestione aziendale (LM-77) nel 2016, alla Link Campus”. Vengono chiesti alla ministra libretti e diplomi, ma lei non li fornisce. Il libretto della biennale riporterà poi 11 esami, due dei quali dati lo stesso giorno, pure di domenica. Nell’anno accademico 2012/2013 con due diverse matricole (RM09578 e 1001420) risulta iscritta contemporaneamente al corso di primo e secondo livello: come è possibile?. Poi si scopre che ha mentito sul suo voto di laurea: lei ha sempre giurato di essersi laureata con il massimo dei voti, ma la media degli esami della magistrale risulta di poco sopra al 26, pari a 96/100. Dall’anagrafe ANS e dai documenti interni alla Link emergono dubbi persino su rette e tasse: dall’anagrafe Ans risulta pagato solo un euro nel 2013. Secondo i documenti interni alla Link, il biennio costava circa 10 mila euro. A lei risulta applicato però uno sconto pari al 50%, di cui risultano pagati 500 euro di iscrizione e una sola rata da 850. Le altre sei rate, per 5.100 euro, risultano “da pagare” e “scadute”. Per rispondere alle accuse, Il ministro scrive sulla sua pagina facebook che per lei “era normale dare esami la domenica, come per tutti gli studenti lavoratori”. All’epoca però era presidente del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro e titolare di incarichi in Cda che non le avrebbero impedito la frequenza in giorni normali. Poi il Fatto intervista il professor Antonio Rinaldi, con cui la ministra-studente il 15.12.2014 supera con 27/30 l’esame di “International corporate and investment banking”. Egli Racconta di non ricordarla né come studente né come docente, benché sia stato professore di Economia per sette anni. Anche Claudio Roveda, ex rettore dell’epoca, dice: “Mai vista né frequentare né dare gli esami”. E, dulcis il fundo, persino il Ministero dell’istruzione dirama una nota in merito:” “Al momento del conseguimento della laurea triennale, l’università Link si configurava come istituzione straniera. I titoli emessi, quindi, non risultano nell’ANS”. È la definitiva conferma che la laurea è stata presa fuori dall’Italia.
Certo, ci sono anche ospiti insigni, come le “nostre” giornaliste Elonora Urbanetto e Clara Dall’Aglio, alle quali mando un sincero:” Buona fortuna amiche mie”. Speriamo che, insieme ad altri personaggi di spessore come il Cardinal Pizzaballa, Cesare Cremonini e Cecilia Sala, per citarne solo alcuni, possano, con le loro parole, far rischiarire il cielo di Parma, come un arcobaleno dopo il temporale.
Autore
Riccardo Maradini