2
Era il 2020 quando Marc Márquez sembrava destinato a dire addio a ciò che più lo rende felice: gareggiare. A Jerez, quel pomeriggio, lo spagnolo fu protagonista di una caduta drammatica che gli frantumò completamente l’omero. I dottori erano scettici, ma Marc non aveva intenzione di mollare: non aveva chiuso con quello sport, anzi aveva appena iniziato.
Poi il baratro, il calvario: mesi tra bisturi e clamp, quattro operazioni a quel maledetto braccio dove risiedeva tutto il suo talento. Sembrava finita: nessuno poteva credere in un ritorno ad alti livelli per lui, che fino a quel momento era stato il dominatore assoluto della categoria.
Ma il destino è strano: a lui piace cambiare, è lui che tesse i fili della storia, che alla fine decide e influenza. E così Marc torna, in silenzio, col duro lavoro alle spalle, senza voler far baccano, con un solo obiettivo: tornare dove più sta bene, sul gradino più alto.
La strada per il successo non è mai facile. Lo dice lo stesso Márquez indicando la cicatrice sul braccio destro: “Pensi che questo sia per piacere? Questo è per vincere!”. E quel taglio sul braccio parla più di ogni sorpasso, descrive più di ogni passaggio al limite sui cordoli. Quel taglio parla di resilienza, di passione, di amore per uno sport che può anche uccidere. Quel maledetto taglio, ormai solo cicatrice, oggi però parla una lingua diversa, oggi finalmente torna a cantare la lingua del vento, della velocità. Perché dopo sei anni di attesa, dopo sei anni in cui è mancata una figura da battere, un riferimento reale per tutti: ecco, dopo sei anni, Marc Márquez è di nuovo campione del mondo, finalmente! Per la settima volta nella massima categoria, raggiunge Valentino, il rivale di sempre.
Che piaccia o meno, Marc è l’uomo da battere e rappresenta lo spirito di questo sport. Perché solo chi è pronto a guardare in faccia la morte può fare quello che ha fatto lui.
More than a Number, ricordaglielo Campione: questo non è un numero, è eternità, è leggenda. Tu sei leggenda, Marc.
Autore
Giuseppe Serra