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Una delle parentesi più oscure dell’ultimo DL sicurezza è passata completamente in sordina. Infatti il governo, mentre ci scannavamo in piazza per il diritto alla casa o alla manifestazione esattamente come loro volevano, ha inserito in questo nuovo D. L. un articolo che consente ai servizi segreti di compiere atti di terrorismo e spionaggio a danno della stessa popolazione italiana.
Un passo alla volta, vediamo intanto gli articoli
L’Art. 31 del D.L. 11 aprile 2025, n. 48 (c.d. “Dl Sicurezza”) ha stabilizzato e ampliato la disciplina sulle cosiddette condotte scriminabili riconosciute al personale dei servizi di informazione per la sicurezza, modificando ed estendendo
L’Art. 17 della L. 124/2007. In parallelo, nel 2024–2025 sono emersi casi pubblici di uso di tecnologie intrusive (tra i quali lo spyware Graphite prodotto da Paragon Solutions) che hanno portato a relazioni parlamentari (Copasir), interventi del Garante per la Privacy e inchieste giornalistiche. Il dossier mette in relazione le modifiche normative e i rischi concreti evidenziati dai casi pubblici, evidenziando lacune di trasparenza, controllo parlamentare e protezione dei diritti fondamentali.
Art. 17 — Legge 3 agosto 2007, n. 124 (garanzie funzionali)
la norma prevede una speciale causa di giustificazione per il personale dei servizi segreti che ponga in essere condotte previste come reato, purché autorizzate e indispensabili alle finalità istituzionali; tuttavia esclude alcune ipotesi gravissime (delitti che ledono la vita o l’integrità fisica, alcune categorie di reati particolarmente protette). (vedi testo ufficiale e commi 1–7).
Art. 31 — D.L. 11 aprile 2025, n. 48 il comma che modifica l’art. 17 ha l’effetto di inserire stabilmente (non più come misura transitoria) un elenco esteso di fattispecie per le quali le condotte, se autorizzate, non sono punibili (includendo anche alcune ipotesi connesse a reati associativi, esplosivi, di terrorismo ecc.). Il testo è pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
La modifica stabilizza in via permanente la possibilità che vengano autorizzate, ai sensi dell’art. 18 L. 124/2007, condotte altrimenti criminali nei limiti dell’elenco previsto (tra cui ipotesi collegate a reati associativi per finalità di terrorismo, detenzione/fabbricazione di esplosivi, diffusione di istruzioni per atti terroristici ecc.). Analisi giuridiche specialistiche e dossier parlamentari evidenziano che tali fattispecie sono ora trattate in modo unitario e permanente, con conseguente ampliamento delle garanzie funzionali.
Non serve di certo un piccolo giornalista come me per spiegare la gravità di queste nuove manovre. Tanto più che la storia d’Italia è già ricca di mistero e di intrecci tra servizi segreti, logge massoniche, atti di terrorismo e crimini.
Giusto per rinfrescare la memoria ai lettor*
Operation Gladio / rete stay-behind
L’operazione Gladio era parte di una struttura clandestina (stay-behind) creata durante la Guerra Fredda per resistere a un’eventuale invasione sovietica.
Ci sono accuse che Gladio abbia avuto un ruolo nella “strategia della tensione” in Italia: alcuni attentati terroristici (stragi) degli anni ’60-’80 sarebbero stati collegati a operazioni false flag, con coinvolgimento di elementi dell’intelligence e dei servizi segreti.
Strage di Piazza Fontana (12 dicembre 1969)
Molti storici considerano questa strage come l’inizio della strategia della tensione.
Secondo indagini i servizi segreti furono coinvolti nell’organizzazione, nel depistaggio e nella protezione di alcuni terroristi.
Strage di Bologna (2 agosto 1980)
Secondo alcune fonti c’è un “intreccio” tra servizi segreti, P2 (loggia massonica che vede tra i suoi adepti figure di altissimo rilievo, come ad esempio Berlusconi), mafia e neofascisti.
Il Manifesto riporta che, depistaggi di Stato, dopo la strage, sono indicativi di un coinvolgimento istituzionale più ampio, con “organi dello Stato” più alti che avrebbero protetto alcuni esecutori o responsabili.
L’Espresso, poi, ha scritto «che “mezze banconote”, documenti falsi, protezione ai ricercati, fuga all’estero: tutto segnalerebbe complicità dei servizi»
l’art. 31 è preoccupante perché, in una certa misura, lascia la libertà ai servizi segreti di infiltrare e persino dirigere organizzazioni sovversive, senza conseguenze penali, in quanto la stessa legge prevede una de-criminizzazione di tali atti.
I familiari di vittime delle stragi dicono di avvertire il rischio di concessione di potere eversivo sotto la copertura dello scudo della sicurezza nazionale.
Spionaggio su larga scala, accesso a dati personali e sensibili, il grande fratello di Orwell firmato ITALIA

Come ho citato sopra l’elemento del terrorismo non è l’unico a preoccuparmi. Lo spionaggio, la divulgazione di dati sensibili e il controllo mirato sulla popolazione italiana sono stati e sono tutt’ora a rischio. Veniamo ai fatti pubblici:
Graphite è uno spyware sviluppato da Paragon Solutions, capace di attacchi “zero-click” e di compromettere dispositivi mobili per intercettare comunicazioni. (fonti tecniche e giornalistiche).
Paragon Solutions è una startup informatica israeliana, attiva nel settore della cyber-guerra e della sorveglianza digitale. Fondata nel 2019 da ex membri dell’Unità 8200 dell’esercito israeliano (unità di intelligence segnala / cibernetica), tra i fondatori anche Ehud Barak (ex primo ministro israeliano). Nel dicembre 2024 è stata acquisita dal fondo di private equity statunitense AE Industrial Partners, specializzato in tecnologia, difesa e sicurezza.
Insomma, come sempre, c’entrano il gatto e la volpe.
Il Copasir ha approvato (5 giugno 2025) una relazione sull’utilizzo di Graphite da parte dei servizi italiani, in cui si conclude che alcune attività informative risultano autorizzate nelle forme e nei limiti previsti (secondo il testo della relazione). La relazione è stata trasmessa alle presidenze di Camera e Senato.
Ovviamente, neanche a dirlo, hanno subito commesso illeciti: Ci sono denunce e procedimenti depositati in varie procure: Palermo, Napoli, Bologna, Venezia, Roma. Le indagini sono in corso.
Anche Meta ha notificato che alcune utenze sono state “target” di spyware da Paragon su whatsapp.
Paragon ha interrotto i contratti con l’Italia in seguito alla vicenda e ha inoltre offerto al governo italiano e al Parlamento di fare una verifica sui log di sistema di Graphite (chi è stato spiato) ma, secondo l’azienda, le autorità italiane hanno respinto la proposta, citando ragioni di “sicurezza nazionale” e reputazione.
La reputazione di chi? Dei servizi segreti? Del governo? Non è dato sapere al popolo (che ricordiamo essere sovrano del territorio).
Sono stati fatti contratti con aziende di cyber war a spese del popolo Italiano, il popolo italiano è stato spiato e sono in atto denunce e procedimenti, ma i servizi segreti si RIFIUTANO di elargire informazioni pubblicamente su chi è stato coinvolto. È un’ammissione di colpevolezza completamente passata in sordina!!!
Tra i ben 90 casi all’attivo troviamo anche giornalisti di fama nazionale
Persone italiane “notificate/analizzate” come potenziali vittime di Graphite
Il Citizen Lab (istituto del Canada) ha fatto analisi forensi su alcuni dispositivi di giornalisti italiani e ha confermato infezioni attribuibili a Graphite:
Francesco Cancellato Direttore di fanpage.it È stato notificato da WhatsApp come potenziale bersaglio. Citizen Lab ha analizzato il suo dispositivo.
Ciro Pellegrino, Giornalista di fanpage.it Citizen Lab ha confermato compromissione forense del suo iPhone con Graphite.
Luca Casarini, Fondatore di Mediterranea Saving Humans (ONG). Notificato da WhatsApp, confermato da Citizen Lab.
Giuseppe “Beppe” Caccia co-fondatore Mediterranea. Indicato nel rapporto forense di Citizen Lab. ANSA.it
Don Mattia Ferrari Cappellano dell’ONG Mediterranea. Secondo alcune fonti (articoli ANSA / dossier), anche lui “notificato” tramite Meta / David Yambio Attivista, fondatore “Refugees in Libya”. Citato nelle analisi di Citizen Lab come possibile obiettivo.
(Vedendo i casi ci tocca fare i complimenti all’azione da di Zuckerberg)
Secondo Citizen Lab, i 90 casi notificati da WhatsApp rappresentano probabilmente solo una parte del totale delle persone bersaglio!!!
E veniamo o ad oggi: sappiamo che al giornalista Ranucci, da poco, è stata fatta saltare in aria la macchina. Non si sa chi sia stato ma, almeno per l’opinione pubblica, non sembra che il caso venga trattato con la giusta importanza. La storia si ripete ancora?
Ranucci afferma che Giovanbattista Fazzolari (sottosegretario con delega ai servizi segreti) “ha attivato i servizi segreti” per ottenere informazioni sulle sue attività giornalistiche. Durante un suo intervento ha spiegato che in almeno tre occasioni la sua scorta ha sorpreso persone che lo seguivano e lo filmavano mentre incontrava fonti. Ranucci ha anche dichiarato che, dopo un’inchiesta su “una figura importante”, i servizi si sarebbero mossi nei suoi confronti su ordine politico: “dopo l’inchiesta sul padre di Meloni … si mossero i servizi segreti per capire quali fossero le mie fonti.”
Se le accuse di Ranucci fossero vere (o in parte vere), potremmo essere di nuovo di fronte ad un caso in cui i servizi segreti italiani non vengono usati solo per la sicurezza nazionale, ma anche come strumento di controllo politico su giornalisti d’inchiesta, attivisti e, potenzialmente, sull’intero popolo italiano .
Autore
Antonio Mainolfi
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