Se dovessi pensare ad una parola che sostituisca “musica”, potrei pensare solo a Venezia
~ Nietzsche
Vedete, l’incombente matrimonio dell’ultra miliardario Bezos è esattamente il riflesso della società capitalista che governa il mondo negli ultimi decenni.
Dico questo riflettendo non tanto sullo spreco sconsiderato di soldi per sposarsi, briciole rispetto al patrimonio accumulato attraverso evasioni fiscali e dipendenti sottopagati, quanto più sull’impatto mediatico, sociale e ambientale che sta avendo tale evento.
Facciamo mente locale, Venezia in “zona rossa” per 48 ore: canali, hotel, strade, gondole, mura e piazze inaccessibili. Trasferimento ospiti residenti: non sia mai che qualcuno si goda il suolo pubblico! Tra i 90 e i 100 jet privati, megayacth e superyacht in ingresso. L’ecosistema lagunare, una volta ripartito il Pelatone, si ritroverà, nel migliore dei casi, robotizzato. Già mi immagino pesci a due teste con arti meccanici discutere su come creare un’azienda inter-spaziale e non pagare le tasse nemmeno a Saturno! Attivisti come Greenpeace e gruppi locali (“No Space for Bezos”, “Venezia non è Disneyland”) hanno esposto striscioni e minacciato di intervenire con delle manifestazioni. Non si sa cosa stia trattenendo ulteriormente questi poltroni a scendere in piazza, forse è il DL sicurezza a intimorirli? Non so… magari a Venezia qualcuno ha votato questo governo e adesso, mentre sta al cesso a defecare, con la musica in sottofondo di un miliardario che si è affittato pure le mutande della moglie, si strofina le mani e si gratta la testa calva, pensando a quanto vorrebbe scendere in piazza con un bel cartello, ma non può.
Se fossi lì, io, urlerei dal centro di Piazza San Marco, proprio quando la risacca ricorda il suono degli scorsi millenni e il sole illumina ogni uomo allo stesso modo, che “NO! Non tutto è in vendita”. Urlerei contro questa élite criminale che sembra uscita da un libro distopico:”anche i miliardari sognano gondole elettriche”.
Urlerei che non è giusto uscire di casa al mattino,
in corsa contro il tempo per arrivare a fine mese e vedere le strade, intrise del nostro sudore, delle nostre lacrime, del nostro sangue versato per questo paese, affittate da un uomo che ha inteso l’Italia (e Venezia) come un grande Resort.
Denique un consiglio a Bezos: qualora vi fosse un prossimo matrimonio e rimanessero dentro te questi gusti italici i passaggi sono molto semplici: ristorante carino che faccia carne e pesce, un bel bacio a tua moglie, una promessa al padre e, alla fine? Calcetto in abito. Se si rompe, l’abito, è meglio.
È cosi che si sposano gli Italiani.
Autore
Antonio Mainolfi
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