Oggi è il 25 aprile. Oggi si festeggia la resistenza e la lotta contro l’assolutismo nazi-fascista. Ma se i valori resistenziali dovessero valere soltanto oggi, tutto questo sarebbe un bel magro bilancio. Alberto Cavaglion, in un libro intitolato La resistenza spiegata a mia figlia, scrive:” Proprio una delle prime vittime della violenza squadrista, Piero Gobetti, aveva preferito parlare del fascismo come di una rivelazione degli antichi mali d’Italia. Di fronte alla nascita del regime, aveva dato una definizione lapidaria e, nonostante gli anni, intramontabile: il fascismo è una sorta di riassunto dei nostri difetti, il “rivelarsi” di carenze costituzionali tristemente note, l’autobiografia di una nazione: una diffusa disabitudine alla lotta politica, indifferenza per i valori che improntano le istituzioni, scarsa disponibilità ad assumersi responsabilità di liberi cittadini, un’inclinazione alla retorica, al conformismo, al compromesso, alla cortigianeria, al demagogismo.” Bisogna lottare ogni giorno contro questi mali atavici degli italiani. Bisogna resistere quando un esponente politico, seppur marginale, dice che bisogna cancellare un altro partito, solo perché gli sta antipatico. Bisogna resistere quando un ministro del turismo, già rinviato a giudizio per truffa ai danni dello stato che lui stesso rappresenta, non si dimette. Bisogna resistere quando un ministro della giustizia dice che la colpa del sovraffollamento carcerario è dei giudici che arrestano i colpevoli. Bisogna resistere quando un ex presidente di regione, dopo aver patteggiato 2 anni e 1 mese per corruzione, strilla alla persecuzione giudiziaria e continua a pontificare sui giornali. Bisogna resistere quando un presidente del consiglio, in conferenza stampa, a una domanda sul carovita, risponde:” eh non posso, ho solo 30 secondi”. Bisogna resistere quando i giornalisti, al termine di una conferenza stampa, in stile nordcoreano, applaudono spontaneamente il capo del governo solo perché è “il migliore”. Bisogna resistere quando il primo giornale d’Italia spara in prima pagina il seguente titolo:” ecco i putiniani d’Italia!”, accusandoli persino di avere “opinioni dissonanti rispetto al proprio governo”. Bisogna resistere quando si elude l’articolo 11 della costituzione, inviando armi per 3 anni ad un paese non alleato. Bisogna resistere quando la presidente della commissione europea propone un assurdo piano di indebitamento da 800 miliardi per armare i singoli paesi europei, per di più senza passare prima dall’unico organo elettivo e legislativo: il parlamento europeo. E infine, bisogna resistere quando scaltri narratori di opposte fazioni usano la storia, a proprio uso e consumo, per regolare i loro conti politici e per racimolare qualche voto in più. I partigiani combatterono per permettere ai cittadini di esercitare il diritto di critica e non solo il diritto di leccare il regime di turno. Per riprendere le parole di Francesco Saverio Borrelli, ex procuratore generale presso la corte d'appello di Milano: «Resistere, resistere, resistere come su un'irrinunciabile linea del Piave.»
Autore
Riccardo Maradini