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Si dice che da circa 3 anni al governo ci sia la Destra, una nuova Destra (peraltro composta dagli stessi elementi che hanno già governato nei precedenti 30 anni). Ma questa compagine governativa sta usurpando il nome della Destra, quella Vera, e in questo articolo proverò a spiegare il perché.
Franco Cardini, grande storico che da giovane militava nel MSI, in un’intervista al Fatto Quotidiano ha detto questo: “Lasciando da parte le nostalgie fasciste, un tempo gli elettori dell’estrema destra si identificavano soprattutto per una coscienza civica nazionale. C’era un senso civico diffuso, un senso della probità del cittadino, di lealtà nei confronti dello Stato. Tutto questo era la colonna vertebrale del cittadino medio che votava Msi. In qualche maniera, erano valori che facevano discendere dal nazionalismo. Quelli che oggi simpatizzano Fratelli d’Italia sono nati in un brodo culturale che non è quello del fascismo, ma quello del capitalismo. Oggi l’elettore medio di Fratelli d’Italia è il piccolo o medio evasore, il bottegaio o il negoziante che non fa gli scontrini, il professionista che promette lo sconto se il cliente non vuole la fattura. Piccoli borghesi che, nel loro piccolo, non fanno il loro dovere civico e rispondono all’individualismo.”
E questo è la Destra in Italia oggi: una masnada di avvocatucoli, di ignoranti, di furbastri e di ladruncoli aggrappati al potere solo per mero tornaconto personale.
In Italia oggi non c’è una Destra veramente liberale, legalitaria, laica e, al tempo stesso, attenta alla cura dello stato sociale e alla tutela delle fasce più deboli.
Non è liberale, in quanto comprime le libertà dei cittadini con il DL sicurezza, impedendo ai giovani di manifestare. Non è legalitaria, in quanto sta sfasciando il diritto penale con le riforme di Nordio, perfetto erede del Berlusconismo (Flaiano diceva: “La rivoluzione in Italia è il rispetto delle regole). Non è laica, dal momento che continuiamo a sentire blaterare di “famiglia tradizionale” esponenti con alle spalle famiglie ben poco tradizionali (Salvini e i suoi quattro matrimoni, insieme alla Meloni, da poco orbata del suo Giambruno).
La mia Destra ideale è quella che ha partorito alcuni dei più grandi e geniali intellettuali del ‘900: Montanelli, Flaiano, Prezzolini, Longanesi, Papini, Guareschi, Malaparte, Ricci, Ojetti, Sartori e tanti altri. Molti di questi erano talmente liberi e fuori dagli schemi che finivano per piacere molto più a sinistra che a destra; diventavano così pensatori apolidi, privi di una patria. Montanelli, quando si schierò contro Berlusconi, venne tacciato di comunismo: mentre aveva semplicemente capito, da vero liberale, che non vi era nulla di più incompatibile col liberalismo del ventennio berlusconiano.
Purtroppo, oggi la Destra e la sua memoria sono ancorate a due dei più grandi disastri della storia italiana: il ventennio Fascista e il ventennio Berlusconiano, che sono molto più simili di quanto si vorrebbe far credere.
Ma, non dimentichiamoci che fu la Destra, o, più precisamente, la Destra Storica a creare l’Italia. Ecco il curriculum di alcuni tra quella che la unirono e che la governarono fino al 1876: Bettino Ricasoli, che fu il primo successore di Cavour, ordinò al giornale fiorentino “La Nazione” di cancellare dal suo lessico la parola “Chianti” perché, essendo lui il maggiore produttore di quel vino, non poteva consentirne la pubblicità; e l’ultimo, Quintino Sella, al momento di entrare in politica si era disfatto della sua impresa tessile investendone il ricavato in buoni del Tesoro; Sidney Sonnino era ricchissimo di famiglia, ma quando entrò in politica si disfece di tutte le sue interessenze nelle imprese industriali e soprattutto minerarie in modo da sfuggire a ogni sospetto di perseguire, magari inconsciamente, interessi privati nei suoi eventuali uffici pubblici.
Comportamenti che la destra attuale si guarda bene dal tenere.
Per concludere, vorrei riportare ciò che scrisse Montanelli nel suo “Testamento alla Destra”:
«La destra, più che un’idea, è sempre stata una morale, cioè un catechismo di comportamenti (disinteresse, correttezza, discrezione, orrore dello spettacolo e della demagogia), di cui ditemi quale esempio sta dando la destra attuale [...]. Se la destra consistesse nella difesa dei privilegi della nascita e del censo, perché io, figlio di un professore di liceo senza un soldo, sarei di destra? E perché un uomo di destra come Giolitti, che ne fu per vent’anni il grande campione, avrebbe dato ai diseredati i due più decisivi strumenti di lotta contro il capitalismo e i suoi privilegi: il suffragio universale e il diritto di sciopero? [...] La destra mia è quella di chi vuole un riformismo che si svolga nell’ordine a opera di uomini che ne diano l’esempio e non siano nemmeno sospettabili di mescolarvi interessi personali. La meritocrazia, per esempio, che noi uomini della vera destra non ci stanchiamo mai d’invocare, cos’è: una difesa di privilegi ereditari, o non piuttosto lo strumento fornito ai diseredati di sopravanzare chi campa sul nome e sul censo di papà? “
Speriamo, un giorno, di trovare una Destra che sia degna di portare questo nome.
Autore
Riccardo Maradini