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Questa mattina, tramite i canali social di Fabrizio Romano, è arrivata la conferma di un accordo verbale tra Luciano Spalletti e la Juventus per guidare la squadra nei prossimi mesi. Contratto fino al 2026 con possibilità di rinnovo (si parla di 2028) nel caso in cui venisse centrata la zona Champions League al termine di questa stagione.
L’allenatore toscano certamente non è un novizio e ha dimostrato nel corso della sua carriera di saper impattare e convincere, costruire e soprattuto, vincere. Sono quattro i precedenti in cui Spalletti si è trovato ad ereditare una squadra in corsa, ma sicuramente la parentesi di Ancona, in Serie B, trascinata dalla zona retrocessione all’ottavo posto, e l’avventura a Roma, dal quinto al terzo posto, sono le più eclatanti e quelle più importanti da considerare in relazione alla situazione attuale.
Se consideriamo le difficoltà della Juventus di Igor Tudor, Luciano Spalletti è necessariamente chiamato al miracolo, dovendo ricostruire, ristabilire l’ordine e soprattutto portare nuove idee ad una squadra che sembra non averne. Rimodellare? Adattare? Sacrificare? Sono sicuramente tutte caratteristiche che appartengono al nuovo CT della Vecchia Signora. Ma per comprendere se Spalletti possa essere davvero l’uomo giusto, bisogna considerare la sua idea di gioco, tendenzialmente traslata in campo con il tipico 4-2-3-1. Sarà possibile attuarlo? Solo il tempo ce lo dirà, ma una Juve riassestata, con Yildiz libero di esprimersi, con Conceição in grado di giocare più avanzato, e con un reparto offensivo da ritrovare e stimolare, potrebbe tornare a fare le spalle larghe in un campionato che da troppo tempo sente la mancanza del Bianconero.
Serve fiducia in un allenatore di calibro mondiale, che è riuscito a fare grandi cose con squadre non sempre funzionanti e funzionali, bisogna dare tempo al lavoro di attecchire sui giocatori, e soprattutto c’è necessità di aspettare un po’; questa volta il Tutto Subito non può essere contemplato. Perché la Juve non si può accontentare di correre ai ripari, a Torino c’è bisogno di un grande allenatore, e ora, sembra finalmente arrivato.
Autore
Giuseppe Serra
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