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Voglio ricordarvi un verso della Bibbia: «C'è più ingiustizia nel condannare pochi innocenti che nel risparmiare una moltitudine di colpevoli» (Romani 3,6). Basterebbe tenere a mente queste parole per riconoscere quanto accade oggi. Israele, con l’operazione “I carri di Gedeone” – che prende il nome da Gedeone, il giudice biblico che, secondo il Libro dei Giudici, guidò un piccolo esercito alla vittoria insieme a Yahweh – infanga il nome di Dio e ne tradisce le Scritture. Nel Deuteronomio 2,4-5, Dio ordina agli israeliti di non attaccare gli Edomiti, discendenti di Esaù e dunque fratelli di Giacobbe, dicendo chiaramente: «perché sono vostri fratelli». Israele, oggi, ignora questo comando e lo calpesta, offendendo consapevolmente la memoria sacra delle parole divine. A pensarci bene, non c'è poi molto da stupirsi. Talvolta, basta l’etimologia di un nome per intuirne il destino – ce lo insegna Edipo. Israele (יִשְׂרָאֵל, in ebraico) è formato da due parole: “sarah” (o “sciarah”, che significa lottare) ed “El” (Dio). Significa letteralmente: “colui che lotta con Dio”. E oggi, ancora una volta, lo Stato di Israele – che d’ora in poi definisco: l’abominevole – lotta contro Dio, e lo fa con una boria sanguinaria, sterminando un popolo, depredandolo, oltraggiandolo. Vorrei essere qui solamente per portare dati, per dire che, ieri, martedì 20 maggio, l'Italia si è opposta alla proposta dell'Unione Europea di rivedere l'accordo di associazione con Israele. L'accordo di associazione è un trattato che regola le relazioni politiche ed economiche tra Unione Europea e Israele. La proposta di revisione è stata avanzata da sette Paesi membri dell'UE, tra cui Spagna, Irlanda e Belgio, in risposta alle sempre crescenti violazioni del diritto umantario e internazionale delle azioni genocidiarie di Israele a Gaza. Italia e Germania sono stati gli unici Paesi a votare contro la revisione dell'accordo; ma sono qui per manifestare la mia rabbia, oltre che per l'oltraggio a Dio, per l'offesa all dignità di ogni essere umano.
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