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Mai guerra fu più nobile di quella che io, il divino eroe provinciale, ho intrapreso per debellare la Vita: difenderò la Sacra Provincia sfoderando i pettegolezzi più letali che il creato abbia mai visto.
Diversi giorni fa ho rischiato di cadere in battaglia. Mi hanno lasciato da solo, questi compaesani ingrati, a difendere i sudditi della Provincia, e il più temibile guerriero della schiera nemica – la noia – mi ha colto di sorpresa.
Contemplavo un cielo d’un grigio materico, dense pennellate di nubi, quando ondate di rumore bianco hanno iniziato a travolgermi. Le sentivo oscillare dentro il cervello, da un emisfero all’altro, in fasi prolungate e nauseabonde; quel muro di frequenze si addensava, si compattava, fino a solidificarsi in una lancia psicologica che mi ha trafitto il cranio dall’interno.
Ora attendo accampato a questo bancone per risanare le ferite, prendendo i medicamenti prescritti dal barista: otto gin tonic e ventisei sigarette al giorno per venti giorni. Dice che ho riportato lesioni molto gravi, ma preferirei che il nemico mi schiacciasse i bulbi oculari piuttosto che rimanere ancora a guardare, impotente, la mia amata terra intossicata da neolaureati, neogenitori, neoimprenditori! Di questo passo, con tutte queste iniziative, con questa intraprendenza, finiranno per sopprimere il calcio, gli aperitivi, e tutte le tradizioni secolari su cui la nostra solida patria si erige!
Ma si sa, talvolta la gioia sopraggiunge inaspettata come la morte – finalmente un mio emissario è di ritorno:
– Bro, non puoi immaginare cosa son venuto a sapere!
‘Sto coglione non ha ancora capito come ci si rivolge ad un campione della mia levatura.
Be’, poco importa: è giunta l’ora di tornare a combattere!