Proprio così, negli ultimi giorni è scoppiato uno scandalo vergognoso, è stato trovato su Facebook un gruppo chiamato "Mia Moglie", con oltre 32.000 iscritti, dove centinaia di uomini condividevano foto intime delle loro mogli o compagne senza alcun consenso. Negli scatti erano colte donne anche situazioni di vita quotidiana, sintomo di una perversione galoppante che sessualizzerebbe l'improbabile. Al buon senso l'onere di immaginare commenti volgari, sessisti, violenti che venivano scritti con leggerezza nauseante.
Si tratta di un abuso che si materializza online, le donne trattate come merce, esposte in uno stupro virtuale. Questo gruppo non è un'eccezione, è l'emblema di una cultura tossica e perversa che oggettifica le donne, diffonde violenze, distrugge la dignità.
Noi esseri umani, non nasciamo "sessuati" come contrariamente sosteneva Freud; infatti la sessualità si svilupperebbe in pubertà ed è il frutto combinato di biologia ed educazione.
La falsa credenza secondo cui gli individui di sesso maschile nutrano un desiderio sessuale più sviluppato rispetto alle femmine, deriva da radici educative; infatti nei bambini maschi, l’affetto è spesso trasmesso attraverso la fisicità (abbracci, giochi, contatto corporeo) più che attraverso la parola e la connessione mentale. In assenza di un accompagnamento verbale adeguato, è possibile che sviluppino una maggiore dipendenza da modalità fisiche per comunicare intimità e sicurezza. Ma l'intimità e la sicurezza in questo vile fatto di cronaca sono istanze morali completamente assenti. Istanze morali che definiscono una relazione sana tale, infatti psicologi esperti di relazioni, asseriscono che ciò che le donne ricercano maggiormente in un uomo è proprio la sicurezza e la protezione.
Non si può negare che il grande responsabile di questa infamia digitale sia il vulnus "educativo" della pornografia che prepara e alimenta l'infedeltà, poiché permette di trasferire le proprie fantasie erotiche senza limiti di attaccamento, conducendo questa perversione a trasformarsi in gruppi come questo.
A questo punto è interessante chiedersi quale sia stato il termine porno più cercato nel 2015. Le ricerche parlano chiaro: "Step-mom", cioè "matrigna", ma forse ancora più inquietante vedere che il termine "sorellastra" è al settimo posto su Pornhub.
Le statistiche confermano che "matrigna" e "figlio" hanno fatto un salto sorprendente di 72 posti diventando il quindicesimo termine più cercato su Pornhub in tutto il mondo. Questo è un dato impressionante se pensiamo che l'anno prima queste parole non comparivano nemmeno tra le ricerche più comuni; in poco tempo sono diventate virali, con una crescita di oltre il 1000% rispetto al 2011 e purtroppo, oggi, molte di queste ricerche sono diventate comuni. Osservando i dati non possiamo fare finta di niente: milioni di persone cercano pornografia con scenari incestuosi e questo non è affatto innocuo perché la pornografia non si limita a eccitare, ma dis-educa i nostri desideri, li distorce e li normalizza. Se il piacere si lega alle situazioni perverse propinate dal mercato pornografico, prima o poi la mente umana cercherà di viverle anche nella realtà, e il gruppo "Mia Moglie' è proprio questo: il frutto marcio di una cultura nutrita da anni di pornografia, dove le donne non sono viste come esseri umani ma come oggetti da esporre, umiliare e consumare. La pornografia sta contaminando la famiglia, sta distruggendo il matrimonio, la complicità della coppia, sta avvelenando i cuori. Non è soltanto un peccato privato, è un veleno sociale che semina tradimento, violenza e disprezzo - in questo caso - per la vita della donna.
Il fatto stesso che il tessuto avvelenato del mondo del mondo abbia scelto proprio il sesso come bersaglio da corrompere, ne dichiara la sua natura luminosa e potente: l’atto in cui si intrecciano carne e spirito, in cui la vita si rinnova e la rivelazione si apre, non può essere ridotto a mera reificazione e abuso. Se non smascheriamo i sotterranei di violenza, questi comportamenti devianti finiranno per rubarci ciò che di più potente Dio ha creato: l'amore.
Autore
Mariavittoria Dotti