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Per tutti l'ospedale di C. è il posto della disperazione fatale, il regno dei cervelli abnormi, per me è la casa che amo. Si dice che i pazzi abbiano un colloquio con le divinità almeno un paio di volte alla settimana, ma io ho un volto che non piace, uno che non hanno mai amato. Loro li preferiscono già puliti e pettinati… Io invece leggo i giornalini proibiti, sputo sul pavimento e non mi pulisco col tovagliolo come vuole miss Laura… Miss Laura ha mica voglia di aspettare, quella pasta di prete; non ha il becco di un quattrino, ma io vedo sempre spuntarle dalla tasca del camice azzurro una bella bottiglia che si tracanna dietro le tende. E poi io non sono pazzo, non potrei nemmeno chiederlo un incontro con gli dei criminali.
“Non ti libererai di me neanche questa estate, assassino di merda!” mi disse, perché era stronza e bugiarda. Lei crede che, messo come sono messo, penso come i bambini, che non sono capace di andare al cesso da solo. Ma io sto bene, non ho problemi, io sono a posto: io ho SCELTO di star qui. Mica mi ci hanno rinchiuso. Saran passate due, tre settimane al massimo. Non ci credete? Spiego. Era morta mia moglie da poco e, dopo le solite cose che si fanno al commissariato per firmare qualche carta, mi avevano assegnato uno di quegli impiegati statali che la nazione procura ai poveretti che perdono la propria donna. La mia era caduta da sola dalle scale; povera creatura, la vidi prima che inciampasse a precipizio. Quando mi chiesero se io la amassi dissi sinceramente: “Non mi sono mai posto il problema “; ed era vero, però mi dispiaceva lo stesso e che cazzo, son mica insensato! Però qualcuno intorno, ho notato, cominciava ad avere degli strani pensieri… occhi sospettosi, non mi piacevano. Per questo, e solo per questo, ho seguito il consiglio del mio nuovo amico e ho deciso di ritirarmi qui per riposare un po’ e non aver rogne. Si sta bene tutto sommato, a parte Miss Laura.
Alle volte, quando la vedo vicino alla finestra aperta al quarto piano, dietro le tende, intenta a dissetarsi, faccio strani pensieri… non li seguo, per carità; ma ci sono.
Autore
Emanuele Poli