❔ Dati sul referendum
Cos’è un referendum abrogativo?
“Referendum abrogativo” significa che si va a votare per abrogare o no una legge nella sua interezza o solo parzialmente. Di conseguenza si vota per il sì se si vuole modificare tale legge, no se non si intende farlo.
❓ Esempio: una legge dice “è vietato andare in giro con i pantaloni rossi”. Viene approvato un referendum per modificarla, cambiando il testo in “è vietato andare in giro con i pantaloni rossi, a meno che non siano a pois”. Se voto sì sostengo la modifica, e quindi potrò andare in giro con dei pantaloni a pois rossi, altrimenti la legge non verrà cambiata.
Cos’è un quorum?
Ogni referendum, per essere ritenuto valido, deve raggiungere un quorum, cioè venire votato da più della metà della popolazione.
❓ Di conseguenza, in caso vincesse il sì in un particolare quesito, in caso di affluenza minore o uguale al 50% il risultato verrebbe annullato. Occorre però sottolineare come il quorum sia contato individualmente per ogni singolo quesito, e non sui 5 quesiti totali per cui si vota (al seggio si può anche decidere di non votarli tutti).
Negli ultimi anni l’affluenza e il mancato raggiungimento dei quorum è sempre di più diventato un grosso problema per la democrazia e l’impatto dei cittadini sulla vita politica, e per questo è importante lanciare un messaggio di partecipazione attiva alla politica e all’estero.
Il referendum per la giustizia del 2022 ha toccato l’affluenza più bassa di sempre, al 20%. A che costo? Lo scopriamo tra poco.
Quest’anno il referendum si tiene l’8 e 9 giugno, in corrispondenza dei ballottaggi comunali in 112 città italiane. Questa scelta ha suscitato non poche critiche, soprattutto per aver scelto la seconda fase delle elezioni amministrative comunali (spesso meno seguita della prima).
Tuttavia da quest’anno è possibile votare anche per i fuorisede per motivi di studio, lavoro o cura. Chi fosse interessato avrebbe dovuto fare richiesta entro il 4 maggio. Votare da fuorisede permetterà di avere il diritto di poter votare dall’estero anche alle prossime elezioni politiche, un passo importante che metterebbe l’Italia al livello di altri Paesi che già fanno così.
Secondo un sondaggio di IPSOS, solo il 62% degli italiani sa dell’esistenza del referendum
Quanto costa un referendum?
L’importanza di raggiungere il quorum risiede non solo nella partecipazione attiva del popolo, nell’unico momento dell’anno in cui possiamo fare valere le nostre idee e mettere in pratica la democrazia, ma vi è anche una questione economica da non sottovalutare.
Secondo una ricerca di Pagella Politica, solo il referendum del 2022 è costato allo Stato Italiano (quindi alle nostre tasse) 110 milioni di euro. Insomma, rifiutando di votare ci condanniamo da soli a sprecare soldi inutilmente, soldi che vanno a tutelare un nostro diritto e - moralmente - un nostro dovere come cittadini.
🗳️ Come si vota
Si vota domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15, presso il seggio indicato sulla propria tessera elettorale. Se avete perso la tessera elettorale, potete richiederla in meno di 3 minuti sul sito del vostro ufficio elettorale comunale. Vi arriverà in pochissimo tempo.
Ecco i passaggi necessari per votare:
1️⃣ recarsi presso il seggio e la stanza indicata sulla propria tessera elettorale
2️⃣ presentare agli operatori un documento d’identità (patente, carta d’identità o passaporto, anche se scadute; basta che ci sia una foto riconoscibile) e la tessera elettorale
3️⃣ ritirare tutte o solo alcune schede ed entrare nella cabina elettorale, al cui interno è vietato scattare foto o portare il cellulare
4️⃣ fare una X su “sì” o “no” in ogni scheda. Fate attenzione a non sovrapporre le schede mentre scrivete, perché se la scritta passa attraverso le schede sotto diventano invalide
5️⃣ consegnare le schede piegate
I fuorisede riceveranno entro 5 giorni prima del referendum le indicazioni di dove andare a votare, da presentare al seggio.
📃 Ogni abrogazione, punto per punto
Votiamo per 5 abrogazioni diverse, di cui 4 sul lavoro (proposti dal CGIL, con oltre 4 milioni di adesioni) e uno sulla cittadinanza (approvato dopo aver raccolto in tempi record 637.487 firme):
- “Lavoro tutelato”, sui licenziamenti illegittimi
- “Lavoro dignitoso”, sull’indennità da licenziamento
- “Lavoro stabile”, sui contratti a termine
- “Lavoro sicuro”, sugli infortuni in appalto
- “Referendum cittadinanza”, sull’ottenimento della cittadinanza italiana
Tra questi ci sarebbe dovuto essere anche il referendum per l’Autonomia Differenziata, ma è stata dichiarata inammissibile dalla Corte Istituzionale. “L’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”.
Lavoro tutelato
Cosa dice in chiaro
Scheda verde, qui il fac-simile
Regola il modo con cui un datore di lavoro deve pagare e trattare un dipendente che ha licenziato in modo illegittimo.
💡 Un licenziamento illegittimo è un licenziamento che ha violato una legge o i termini del contratto di lavoro secondo la constatazione di un giudice.
❎ Con la legge di oggi: se il giudice ritiene ingiusto o infondato il licenziamento, il dipendente licenziato da un’azienda con più di 15 dipendenti ha diritto solamente ad un indennizzo compreso tra i 6 e i 36 mesi di stipendio (a seconda dell’anzianità)
✅ Se vince il sì: oltre all’indennizzo, il dipendente licenziato avrebbe anche il diritto di riprendere in mano il lavoro illegittimamente perso
Pro e contro
👍🏻 chi la sostiene afferma che aumenterebbe i diritti dei lavoratori, rendendo il lavoro meno precario e, in questo caso, dando il diritto ad un lavoratore di riavere qualcosa che gli è stato tolto illegalmente
👍🏻 spingerebbe le aziende ad investire più soldi per essere più competitive
👎🏻 chi sostiene il no afferma che l’unico risultato tangibile ad ora sarebbe quello di diminuire le mensilità massime di risarcimento da 36 a 24 mesi, oltre che rendere più complessi i rapporti di lavoro
Curiosità
La legge ad oggi in vigore, approvata dal governo Renzi nel 2015, è stata oggetto di varie sentenze della corte costituzionale e della corte di cassazione, che hanno stabilito l’incostituzionalità di alcune sue parti
Cosa dicono i partiti a riguardo
🟢 PD (alcuni esponenti sostengono il no), Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra sostengono il sì
🔴 Azione, Italia Viva e Più Europa sono per il no
⚪ Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia sostengono l’astensione (commento personale non richiesto: è molto grave che i partiti al governo, qualsiasi essi siano, sostengano “l’uccisione della democrazia”)
Ovviamente sono pareri indicativi, ciascuno deve votare con la propria testa e senza bandiere.
Lavoro dignitoso
Cosa dice in chiaro
Scheda arancione, qui il fac-simile
Regola i risarcimenti in caso di licenziamento illegittimo da parte di aziende con meno di 15 dipendenti.
❎ Con la legge di oggi: se l’illegittimità di un licenziamento effettuato da un’azienda con meno di 15 dipendenti viene confermata da un giudice, il dipendente licenziato ha diritto ad un massimo di 6 mesi di stipendio come risarcimento.
✅ Se vince il sì: il tetto massimo di risarcimento viene rimosso, lasciando libertà al giudice di stabilire l’importo del risarcimento in base a diversi criteri, come età e famiglia del dipendente, capacità economica dell’azienda e altri.
Pro e contro
👍🏻 Sostiene il sì chi vuole eliminare le differenze di trattamento tra chi lavora in grandi aziende (per le quali questa legge è già così) e piccole aziende.
👍🏻 Si sostiene inoltre che spesso le aziende evitano di assumere più di 15 dipendenti proprio per non avere obblighi del genere, e quindi può darsi che questa cosa possa incentivare la crescita di aziende italiane.
👎🏻 Chi sostiene il no afferma che tale modifica, non prevedendo più alcun tetto massimo, rischierebbe di fare aumentare i costi in alcuni casi fino a cifre non sostenibili dalle piccole aziende
Curiosità
Ad oggi l’85% delle aziende in Italia ha meno di 10 dipendenti, quindi questa legge andrebbe a toccare gli interessi di tantissime aziende e persone.
Cosa dicono i partiti a riguardo
🟢 PD (alcuni esponenti sostengono il no), Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra sostengono il sì
🔴 Azione e Più Europa sono per il no
⚪ Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia sostengono l’astensione. Italia Viva ha lasciato libertà senza esporsi
Ovviamente sono pareri indicativi, ciascuno deve votare con la propria testa e senza bandiere.
Lavoro stabile
Cosa dice in chiaro
Scheda grigia, qui il fac-simile
Regolamenta l’utilizzo dei contratti a termine da parte delle aziende.
❎ Con la legge di oggi: i datori di lavoro possono assumere con contratti a termine più brevi di un anno senza specificarne i motivi.
✅ Se vince il sì: l’obbligo di specificare un motivo per cui si assume a tempo determinato si aggiunge anche per i contratti più brevi di un anno.
Pro e contro
👍🏻 Per rendere “normalità” i contratti di lavoro stabili ed indeterminati, abbandonando progressivamente quelli a breve termine.
👍🏻 Si sostiene che con la legge precedente sia aumentato l’uso di contratti brevi, a discapito dei lavoratori e della precarietà del loro lavoro.
👎🏻 Si sostiene che gli strumenti per lottare la precarietà del lavoro debbano essere altri e non questo referendum
👎🏻 Si sostiene che gli unici a guadagnare da questa cosa sarebbero gli avvocati, che verrebbero coinvolti molto di più a discapito di costi più alti per aziende e lavoratori in date circostanze
Curiosità
Ad oggi i contratti a termine in Italia sembrano stabili (se non addirittura in diminuzione) tra i 2.5 milioni e i 3 milioni, mentre quelli a tempo indeterminato sono oltre i 15 milioni.
Inoltre, in caso di voto favorevole, ci allineeremmo con le direttive europee e con gli altri Paesi.
Cosa dicono i partiti a riguardo
🟢 PD (alcuni esponenti sostengono il no), Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra sostengono il sì
🔴 Azione, Italia Viva e Più Europa sono per il no
⚪ Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia sostengono l’astensione
Ovviamente sono pareri indicativi, ciascuno deve votare con la propria testa e senza bandiere.
Lavoro sicuro
Cosa dice in chiaro
Scheda rossa, qui il fac-simile
Riguarda le responsabilità sulla sicurezza sui posti di lavoro negli appalti.
Alcune definizioni:
- committente: azienda che paga qualcun altro per svolgere un lavoro
- appaltatore: azienda che viene pagata per svolgere il lavoro per conto del committente
- subappaltatore: a sua volta l’appaltatore può delegare parte del lavoro necessario ad aziende terze, fuori dal contratto principale, che sono dette subappaltatori (ad esempio per lavori specialistici e tecnici)
❎ Con la legge di oggi: il committente non è responsabile dei rischi specifici dei lavoratori se il lavoro è stato appaltato. Se succede qualcosa, la responsabilità ricade solo su aziende appaltatrici o subappaltatrici.
✅ Se vince il sì: in caso di infortuni o problemi di sicurezza anche il committente potrà essere considerato responsabile.
Scenario: una azienda appaltatrice A deve compiere un lavoro per una aziende committente C nei suoi uffici. Mentre svolge il lavoro, un lavoratore di A viene ferito da un chiodo sporgente sul posto di lavoro, già presente negli uffici prima del loro arrivo. Ad oggi la responsabilità (e quindi i costi di risarcimento) sono totalmente a carico dell’azienda A, anche se il chiodo era lì per una svista dell’azienda C.
Pro e contro
👍🏻 Chi sostiene il sì afferma che spesso succede che i committenti appaltino lavori a prezzi molto bassi, perché tanto i tagli dei costi sulla sicurezza che gli appaltatori faranno non ricadono su di loro. Di conseguenza i committenti evitano completamente di svolgere controlli o selezioni particolari delle aziende che assumono.
👍🏻 In generale aumenterebbe la sicurezza sui posti di lavoro, perché diventerebbe interesse di tutti evitare incidenti.
👎🏻 Potrebbe avere ricadute sul settore edilizio, rallentando i processi.
👎🏻 Aumenterebbe la confusione e la complessità sui luoghi di lavoro.
👎🏻 Si sostiene che le cause degli infortuni sui posti sul lavoro siano altre.
Cosa dicono i partiti a riguardo
🟢 PD , Movimento 5 Stelle, Più Europa e Alleanza Verdi Sinistra sostengono il sì
🔴 Azione è per il no
⚪ Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia sostengono l’astensione. Italia Viva non si espone.
Ovviamente sono pareri indicativi, ciascuno deve votare con la propria testa e senza bandiere.
Referendum cittadinanza
Cosa dice in chiaro
Scheda gialla, qui il fac-simile
Punta a diminuire gli anni necessari per richiedere la cittadinanza italiana, riprendendo i tempi richiesti dalla legge prima del 1992.
Ad oggi vige lo ius sanguinis, cioè diventa cittadino italiano chiunque abbia almeno un genitore con la cittadinanza italiana. Per ottenerla da cittadino extra-comunitario, invece:
❎ Con la legge di oggi: è necessario dimostrare di parlare, comprendere e scrivere correttamente l’italiano, avere un reddito minimo e aver vissuto in Italia per almeno 10 anni consecutivi.
✅ Se vince il sì: verrebbe cambiato solo l’ultimo punto, richiedendo 5 anni di permanenza in Italia per poter fare la richiesta in caso di valenza degli altri punti.
‼️ IMPORTANTE - bisogna anche considerare che ci vogliono circa 3 anni perché la richiesta di cittadinanza venga valutata ed eventualmente approvata, quindi in realtà si passerebbe da 13 a 8 anni di attesa totali.
Curiosità
La cittadinanza italiana comporta il diritto di voto, la possibilità di partecipare a concorsi pubblici per questioni lavorative e il poter muoversi liberamente in UE.
🌍 Se guardiamo all’estero, ad esempio in Francia sono necessari dai 2 ai 5 anni di residenza (più gli altri criteri) per ottenere la cittadinanza. In Inghilterra 5 anni.
Pro e contro
👍🏻 Si sostiene che la legge di oggi sia troppo restrittiva, togliendo diritti a persone che dimostrano di voler rimanere in Italia.
👍🏻 2.3 milioni di persone che lavorano e studiano in Italia avrebbero diritto di ricevere, se meritata, la cittadinanza
👎🏻 Si sostiene che sia necessario più tempo per essere integrati e poter ottenere la cittadinanza
👎🏻 Ad oggi l’Italia è il Paese UE che approva più richieste di cittadinanza. Occorre però specificare che spesso gli altri Stati hanno anche sistemi di attribuzione automatica della cittadinanza (ad esempio in Francia basta fare parte dell’esercito, anche in Africa, per ottenerla di diritto), quindi potrebbe essere un dato influenzato dalla restrittività del sistema italiano.
Cosa dicono i partiti a riguardo
🟢 PD , Movimento 5 Stelle, Più Europa, Italia Viva, Azione e Alleanza Verdi Sinistra sostengono il sì
🔴 nessuno sostiene ufficialmente il no
⚪ Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia sostengono l’astensione. Movimento 5 Stelle lascia libertà di voto, ma Conte ha affermato che voterà “sì”.
Ovviamente sono pareri indicativi, ciascuno deve votare con la propria testa e senza bandiere.
➕ Fonti e altro
Fonti utili per scrivere questo articolo (e per informarsi)
Pagella Politica Referendum: le posizioni dei partiti
la Repubblica Cittadinanza, depositate in Cassazione 637.487 firme per il referendum
Ipsos Referendum abrogativi 2025: cosa sono, quando si vota e cosa ne pensano gli italiani
Will Media Le ragioni del SI e del NO ai REFERENDUM dell'8 e 9 giugno
Redazione Breve guida ai referendum dell’8 e 9 giugno
Ministero dell‘Interno Referendum abrogativi 2025: cinque i quesiti, su lavoro e cittadinanza
Il Post Su cosa saranno i cinque referendum per cui si voterà in primavera - Il Post
Il Foglio Lavoro e cittadinanza: ecco cosa prevedono i referendum che voteremo quest'anno
Will Media Per COSA e COME si vota ai REFERENDUM dell'8 e 9 giugno?
Wikipedia Referendum abrogativi in Italia del 2025
Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa Il referendum abrogativo - Art.75 della Costituzione
Pagella Politica Votare a giugno penalizza i referendum?
- Ministero Dell'Interno - Approfondimento
Autore
Simone Gandini
Potrebbero interessarti:
