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Figura di Marea I, 50×60 cm, tecnica mista con tempere naturali, inchiostro e materiali organici
La pioggia incide il libro mastro del porto.La pietra pulsa; l’acqua trascina il suo limo. Cime salmastre s’attorcigliano, strozzano le bitte; la marea si chiude in spira, muscolosa.
La sponda inspira,
ingoia il salso
nell’orcio d’ottone dei sommersi,
espira: aria acre, battito dei flutti,
lo strappo dei corvi di carne, un gorgo fosco
che s’apre su sale e rovina.
Secchi imputridiscono. Botti si spaccano.
Varchi sbarrati sbrecciano un gelo muto.
Gabbiani lacerano le lastre; strida — ali fendono il grigio.
Zampette bagnate d’un gatto slittano nel sudicio inumidito.
Un’onda trascina legno fradicio, una carcassa,
o l’uno e l’altra. La foschia aderisce ai pali d’ormeggio.
Ruggine sboccia nei ribattini, lambendo ogni cosa.

Figura di Marea II, 50×60 cm, tecnica mista con tempere naturali, inchiostro e materiali organici
La voce d’una donna fende la bruma: taglio di baionetta.Le parole s’addensano; le mani accendono fumo e ardesie, corre un garzoncello, lume vano nel filo dei suoi occhi, un urlo inghiottito da gabbie, l’angoscia che s’incinge in giri dentellati sopra il molo, sfatta nel fetore salmastro del porto. Tentennano le mani: fame brunita nelle nocche. L’astinenza è ratto di riva che assalta la tibia vota, e l’acqua che traghetta sogni per vetro infranto e risacca.
Gli uomini sputano ombre contro il mattone,
la bile, spessa branchia sventata, fetente.
In un cantuccio, una donzella segno incide
nel cemento stillante: una riga, una voce,
scaglie screpolate che sfolgorano nella luce cinerosa,
un tizzo tremulo che fora il fragore,
acuto e smunto contro ferro e salnitro,
ogni andirivieni distillato nel panno d’un paiolo marinaresco.

Figura di Marea III, 50×60 cm, tecnica mista con tempere naturali, inchiostro e materiali organici
Nervi di rete stillano salsonelle gole dei rigagnoli; fibre ferrigne gemono al ponte, carne segata dal fiato del legno.
Fosse d’arena: la morfina,
labbra che rigano la marea deserta;
cartilagine rotta — segno
dello scontro d’ieri.
S’inarcano i pennoni;
vele lacere, fogli tarlati.
Ripa fetida d’orina e pece,
metallo che morde.
Autore
Helena Barbagelata