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La prima volta che mia madre mi diede il permesso di uscire da solo di casa senza che qualcuno mi accompagnasse avevo 6 o 8 anni mi appoggiai al muro di Via Adeodato Turchi come se rischiassi di cadere in un burrone, poi alla Chiesa, poi al Salone di toeletta di Adriano, era quasi sera, faceva buio, erano le 18:00, era inverno e quando potei guardare per la prima volta la via, senza filtri, solo con i miei occhi pensai che tutto il mondo era lì, in Strada Nino Bixio, che i miei amici erano quelli nei negozi, che erano tutti così gentili, che avremmo passato la vita insieme.
Fu quella volta che la mia vita andò oltre i miei occhi.
Fu quella volta che iniziai a vivere.
E poi:
Quella volta che Adriano mi ha tagliato per la prima volta i capelli e già litigava col prete.
Quella volta che ho conosciuto per la prima volta degli amici che vivevano nel quartiere
Quella volta che abbiamo scoperto che potevamo vedere gratuitamente le partite di calcio nella sala del teatro della Parma Lirica.
Quella volta che siamo stati rincorsi da “Sbronzo” l’ubriacone di quartiere.
Quella volta che d’estate scavalcammo i cancelli per giocare a calcio fino a mezzanotte, ci sentivamo grandi, la vita era bella.
Quella volta che siamo stati rincorsi dal custode.
Quella volta che seguendo mio padre ho conosciuto i macchinisti del Teatro e ho scoperto che erano tutti artisti e che conoscevano la lirica molto meglio di chi, spesso, la cantava
Quella volta che un elettricista del Teatro mi ha fatto scoprire la playstation e aveva un migliaio di giochi assurdi (tra cui Mortal Kombat e Tekken 2)Quella volta in cui ho provato le prime caramelle gommose e ultra zuccherate dalla latteria davanti al barbiere.
Quella volta che abbiamo fatto il nostro salotto di quartiere in un garage abbandonato.
Quella volta che ho battuto il Don a Calciobalilla (a Ping Pong era impossibile)Quella volta che mi soprannominarono “El Punta Dores” perché giocavo male a pallone e quindi tiravo di punta.
Quella volta che Andrea del Bar mi ha tirato su il morale perché mi aveva visto triste e allora abbiamo finito insieme Metal Slug nella cabina videogioco.
Quella volta che dopo Capodanno ci erano avanzati dei petardi Magnum presi dall'armeria e li buttammo tutti nella cabina telefonica in Via Pintor, che disastro!
Quella volta che dopo la comunione del mio amico Lionel assaggiammo l’Insalata di uovo più buona mai sentita prima cucinata da sua madre e sua zia.
Quella volta che con Francesco e Stefano abbiamo deciso di mettere le schede telefoniche nelle ruote della bicicletta per avere delle Harley e girare in strada Bixio facendo un chiasso memorabile.
Quella volta che mio zio mi ha fatto capire che cos’era la musica facendomi ascoltare la sua collezione di dischiQuella volta che scoprimmo le carte dei Pokemon al Letto RilettoQuella volta che provammo i beyblade e ci sfidammo nel cortile dell’Annunziata.
Quella volta che sono andato alla cartoleria Papiro e ho comprato il mio primo blocco pigna a quadretti.
Quella volta che ho bevuto un blister di plastica contenente inchiostro per stilografiche perché pensavo che se mi dava felicità, forse era buono anche da mangiare o da bere.
Quella volta che a carnevale ho ricevuto il mio primo bacio e tutto ciò che ho saputo dire è stato “ Ecco perché non le trovavo! mi hai rubato tu il lecca lecca al gusto blu”.
Quella volta che giocavamo a tedesca in cortile sotto il mio balcone a pallone con i fratelli che abitavano a una casa di distanza e la signora dell'ultimo piano ci urlava addosso perchè non la lasciavamo dormire in pace.
Quella volta che mi hanno rubato la mia nuova fiammante Jumpertrek argentata e azzurra e ho deciso che non sarei più andato in bici
Quella volta in cui era bello girare di sera in Strada Bixio perché era tutto illuminato dai negozi e dai lampioni e la luce artificiale donava a tutto un atmosfera magica e di festa. E, chiaro, ce ne sarebbero ancora tante, tantissime da ricordare e raccontare. Non credo che la nostalgia sia la mancanza di ciò che non è più.
Mi sembra invece che essa sia la comprensione di quanto erano importanti quei momenti e non lo sapevamo. Forse però è per questo che erano così importanti.Siamo in quello che ci manca e a volte in quello che non vogliamo sapere.
E te, quando è stata quella volta in cui ti sei sentito te stesso?"
Autore
Alessandro Canu