Sì, parliamo di patente.
No, non è quella che vi serve per guidare l'auto. Dal 1° Ottobre c'è una nuova "patente" da aggiungere al portafoglio: la patente a crediti per il lavoro edile. E come quella della macchina, anche questa si può perdere se non si rispettano le regole! Si tratta di un documento digitale rilasciato dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro, necessario per chi lavora nei cantieri. Devono averla tutte le imprese e i lavoratori autonomi che mettono fisicamente piede nei cantieri temporanei o mobili (come definiti dall'art. 89 c.1 lettera a; e dall'allegato X del D.Lgs. 81 del 2008).
Le modalità di rilascio e i requisiti
Per ottenere questa patente bisogna:
- Essere iscritti alla camera commercio;
- presentare l’adempimento, degli obblighi formativi previsti dal D.lgs. n. 81/2008;
- presentare il DURC (Documento Unico di Regolarità cVntributiva), in corso di validità;
- presenatre il DVR (Documento di Regolarità della Valutazione dei Rischi);
- presentare il DURF (Documento Unico Regolarità Fiscale), in corso di validità;
- una nomina da parte del RSPP, ovvero il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.
Dopodiché, si passa al lato burocratico: la patente è rilasciata in formato digitale accedendo al portale dell’Ispettorato nazionale del lavoro attraverso SPID personale o CIE. In sede di prima applicazione, è prevista una fase temporanea con l’emissione di una richiesta di “autocertificazione” da effettuarsi tramite PEC all’indirizzo (dichiarazionepatente@pec.ispettorato.gov.it). Effettuato l’accesso sul Portale dell’Ispettorato del lavoro, occorrerà selezionare il servizio “Istanza patente a crediti” e in una prima fase, sarà possibile dichiarare solamente il possesso dei requisiti di cui all’art.1 del DM 132/2024; mentre dal 1° Gennaio 2025 sarà possibile indicare i requisiti aggiuntivi che danno diritto all’incremento del punteggio di cui parleremo poco più avanti.
Prima si dovrà selezionare l’area geografica di appartenenza, scegliendo tra imprese o lavoratori autonomi, quindi indicare il ruolo del soggetto, il codice fiscale dell’impresa e fornire le dichiarazioni richieste dal decreto. Per le dichiarazioni non obbligatorie, è possibile selezionare l’opzione Non in possesso. Successivamente, la procedura mostrerà un riepilogo dei dati, permettendo di salvare una bozza e inviare l’istanza, che diventerà definitiva e non modificabile. Una volta inviata, verrà rilasciata una ricevuta da conservare.
Ma che finalità ha questa “patente”? E cos’è?
L’art. 27 del D. Lgs. n. 81 del 9 Aprile 2008 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro) stabilisce specifici requisiti in materia di sicurezza. Questo decreto è la principale normativa italiana sulla salute e sicurezza sul lavoro e integra diverse Direttive Europee per armonizzare le leggi a livello sovranazionale. La normativa persegue l’obiettivo di rafforzare la vigilanza nei luoghi di lavoro, assicurando al contempo il rispetto delle normative del PNRR.
La patente a crediti rappresenta uno strumento innovativo per migliorare la sicurezza nei cantieri. Questo argomento è cruciale in Italia, vista l'alta frequenza di infortuni e morti sul lavoro. Il sistema, basato su un codice identificativo, promuove il rispetto delle norme per ridurre gli incidenti. Partendo dal settore edilizio, il governo intende estendere questo meccanismo ad altri settori ad alto rischio, valutando i risultati ottenuti.
Il sistema prevede l’assegnazione di un punteggio iniziale di 30 crediti, che può essere aumentato fino a un massimo di 100 crediti. L’incremento dei crediti può avvenire per diverse motivazioni, tra cui:
- La storicità della CCIAA del richiedente, che consente l’attribuzione di fino a 10 crediti;
- inassenza di provvedimenti di decurtazione del punteggio, è previsto l’aumento di un credito per ogni biennio successivo al rilascio, fino a un massimo di 20 crediti;
- investimenti o attività di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che possono portare all’assegnazione di fino a 40 crediti.
Ai fini del recupero dei crediti persi, le imprese e i lavoratori autonomi dovranno sottoporsi alla valutazione di una Commissione territoriale che terrà conto, ai sensi del DM n. 132: “dell’obbligo formativo in relazione ai corsi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro da parte dei soggetti responsabili di almeno una delle violazioni che hanno determinato la decurtazione. Nonché dei lavoratori occupati presso i cantieri interessati; e della eventuale realizzazione di uno o più investimenti in materia di salute e sicurezza”.
Serve veramente?
Sarebbe interessante conoscere la risposta a questa domanda, ma si può riflettere effettivamente sui pro e i contro di questa novità del governo Meloni, approvata in funzione delle direttive europee sul PNRR.
Da una parte, questa legge adotta un approccio innovativo e alternativo rispetto alla normativa tradizionale italiana. Introduce un sistema di valutazione della sicurezza che coinvolge sia il datore di lavoro sia i lavoratori, spingendo le imprese a mantenere elevati standard di sicurezza. Il meccanismo si dimostra efficace nel monitorare e verificare i requisiti di sicurezza attraverso un sistema digitale, confermando ancora una volta il suo carattere innovativo nel contesto italiano, rappresentando al contempo un nuovo strumento per contrastare potenziare la vigilanza nei cantieri e sopratutto può diventare un efficace mezzo per contrastare il lavoro sommerso in Italia.
Dall'altra parte, ci sono i contro. La gestione burocratica potrebbe risultare particolarmente onerosa e la sua utilità dipenderà dal rapporto costi-benefici: sarà un investimento che vale la pena sostenere? Un altro aspetto critico riguarda il processo di recupero dei crediti persi, che richiede una valutazione da parte di una Commissione territoriale: un passaggio che rischia di allungare i tempi, riportandoci dalla promessa innovazione alla familiare tradizione burocratica italiana. Infine, la natura digitale della patente potrebbe rappresentare un ostacolo per le aziende meno digitalizzate, che in Italia costituiscono ancora una porzione significativa del tessuto imprenditoriale (il 40% secondo IlSole24Ore).
Quindi, serve veramente? Lo scopriremo monitorando attentamente i dati e i risultati della legge, per fornirvi un report completo non appena Punto&Virgola avrà raccolto informazioni sufficienti sul lungo periodo.
Autore
Simone Calcagno